Truffa nel mondo del calcio giovanile: esclusa la presenza degli imputati agli allenamenti

ASCOLI - Seconda udienza dibattimentale del processo per una presunta truffa ai danni della famiglia di un giovane calciatore minorenne di origine albanese. Ascoltati alcuni testi della pubblica accusa, tra cui l’allenatore della squadra Primavera, il preparatore atletico e il responsabile del settore giovanile dell’Ascoli
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Si è tenuta dinanzi alla giudice Bondi Ciutti, la seconda udienza dibattimentale del processo per una presunta truffa ai danni della famiglia di un giovane calciatore minorenne di origine albanese.

Il tribunale di Ascoli

 

Durante l’udienza, sono stati ascoltati alcuni testi della pubblica accusa, tra cui l’allenatore della squadra Primavera, il preparatore atletico e il responsabile del settore giovanile dell’Ascoli Calcio. Le testimonianze hanno chiarito che la partecipazione di ogni giovane atleta agli allenamenti ufficiali era soggetta a un controllo formale da parte della società, la quale ha negato qualsiasi conoscenza della presenza del ragazzo albanese, il cui nome non compariva in alcuna lista ufficiale del club.

 

Un altro elemento emerso in aula riguarda l’episodio cruciale su cui si fonda l’accusa: un allenamento in cui, secondo le persone offese, sarebbero stati consegnati e suddivisi i soldi pagati dalle famiglie. Tuttavia, i testimoni hanno escluso la presenza fisica della maggior parte degli imputati a tale sessione, mettendo in dubbio la ricostruzione iniziale della vicenda.

 

Il procedimento, che coinvolge più persone accusate di truffa, è stato aggiornato al mese di ottobre per la discussione finale. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Emiliano Carnevali, Francesca Cantalamessa e Lorenzo Piergentili.


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