La tensione nel Partito Democratico del Piceno continua a salire dopo l’assemblea provinciale di lunedì sera, che ha ufficializzato i quattro nomi da proporre per le prossime elezioni regionali (Ameli, Diomede, Emili, Piergallini). A intervenire con forza, dopo il presidente dell’Assemblea provinciale Umberto Pulcini (leggi qui), è il sindaco di Arquata del Tronto, Michele Franchi, che in una nota durissima denuncia la gestione dell’incontro e l’atteggiamento del segretario provinciale Francesco Ameli.
Franchi parla a nome di sei sindaci su nove iscritti al Pd nella provincia, che avevano condiviso un documento con l’obiettivo di evitare divisioni e indicare una strada unitaria per affrontare la campagna elettorale «senza strappi e lacerazioni».
«Noi sindaci – scrive – siamo abituati a confrontarci ogni giorno con i problemi reali delle persone. Cercare soluzioni condivise è il nostro metodo di lavoro. Chi invece coltiva il proprio orticello, come ha fatto il segretario provinciale, raccoglie solo un misero 10%».
Il riferimento è al risultato ottenuto in assemblea da una proposta alternativa, sostenuta da una parte della base e da amministratori locali, che non è stata accolta. Franchi denuncia anche un clima teso e poco rispettoso durante l’assemblea, arrivando a parlare di «insulti e strattoni» rivolti al presidente dell’assemblea, colpevole solo di aver letto un documento firmato da 35 membri di diritto.
«Vedere il segretario provinciale e un pezzo del gruppo dirigente staccarsi dalla realtà dimostrando di non aver voluto ricercare un’unità possibile, all’insegna del buonsenso, è cosa che ci amareggia e ci preoccupa ma non ci stupisce – ribadisce Franchi -. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Pulcini che ha assolto con senso di responsabilità e a questo punto anche di coraggio il suo ruolo nell’esporre un documento sottoscritto da ben 35 membri di diritto dell’assemblea. Tale modo di guidare il partito non produce risultati positivi in una comunità democratica che ha una scadenza così importante all’orizzonte, ma evidentemente i pochi componenti di diritto rimasti ieri ad esprimersi in assemblea sono più abituati a frequentare le curve degli stadi che una discussione libera in un confronto sereno».
«È un modo di guidare il partito che non produce risultati – prosegue Franchi – e che rischia di compromettere la possibilità del centrosinistra di tornare protagonista in Regione con il candidato Ricci».
Il sindaco di Arquata si appella infine alla segreteria regionale del Pd, chiedendo un intervento deciso per ristabilire unità e serenità all’interno della comunità democratica del Piceno.
Il clima interno al partito resta incandescente, e le prossime mosse della segreteria regionale saranno decisive per evitare una frattura irreparabile.
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