Desta ancora preoccupazione la sorte dello stabilimento Beko di Comunanza nelle organizzazioni sindacali di fronte alla mancata stabilizzazione dei lavoratori interinali, nonostante l’accordo raggiunto al Mimit a metà aprile, nel quale l’azienda si impegnava a rilanciare il sito produttivo con ingenti investimenti.
In una nota congiunta, la Rsu e le sigle Fim, Fiom, Uil e Ugl Metalmeccanici ribadiscono «la necessità di un ricambio generazionale in una fabbrica matura, con un alta età media e con diverse lavoratrici e lavoratori con ridotte capacità lavorative».
Elemento, questo, considerato dai sindacalisti un aspetto critico dell’accordo.
«Ma ciò che riteniamo ancora più grave – proseguono i rappresentanti dei lavoratori – è che tale accordo non prevedeva alcun impegno da parte dell’azienda per la stabilizzazione dei lavoratori in somministrazione eppure le soluzioni esistono come l’assunzione diretta a tempo indeterminato, come logica conseguenza della stabilità necessaria per il rilancio del sito oppure, in alternativa e se proprio necessario, la trasformazione dei contratti di somministrazione in staff leasing (somministrazione a tempo indeterminato)».
Oggi, dopo settimane di trattative, sappiamo per il tramite dei nostri rappresentanti sindacali nazionali che l’azienda non è più interessata a trovare una soluzione. In sintesi, l’azienda scarica questi lavoratori e li manda a casa. .
«Oggi, dopo alcune settimane di trattative – concludono i sindacalisti – e dopo diverse ipotesi di accordo consegnate all’azienda, apprendiamo per il tramite dei nostri rappresentanti sindacali nazionali che l’azienda non è più interessata a trovare una soluzione. In sintesi, l’azienda scarica questi lavoratori e li manda a casa.
Non investire sul ricambio generazionale significa in realtà non investire veramente su Comunanza. Come organizzazioni sindacali condanniamo tale decisione e pur capendo che i tempi sono strettissimi, ci riteniamo disponibili ad essere convocati con carattere di urgenza per scongiurare il peggio».
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