Variante ProMarche, la delibera del rifiuto passa con soli sette voti

SAN BENEDETTO - Ma che confusione in Consiglio quando, all'inizio della seduta, è stata esposta la lettera dell'avvocato consultato sulla vicenda: nella missiva viene ritenuto indispensabile l'approfondimento dei temi, anche tramite consulenze tecniche esterne
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di Giuseppe Di Marco

 

La delibera che si oppone alla proposta di variante ProMarche passa in Consiglio, ma con il voto favorevole di appena sette consiglieri. La minoranza garantisce il numero legale ma non vota l’atto illustrato dall’assessora Camaioni: un testo entrato in rotta di collisione con la lettera dell’avvocato consultato per il ricorso in Consiglio di Stato, che considera necessari approfondimenti tecnici, da ottenere anche grazie consulenze esterne, da porre alla base del diniego.

 

Approfondimenti che nella delibera non ci sono, nonostante fossero stati sollecitati proprio dalla sentenza del Tar Marche che il Comune intende impugnare: la delibera invece punta tutto sulla piena discrezionalità del Consiglio comunale nell’approvare o rifiutare proposte di variante, senza entrare nel merito della questione. Aspetto, questo, che è stato apertamente contestato dalla minoranza: «Dopo la sentenza del 31 maggio – ha affermato Luciana Barloccisiamo andati alla riunione dei capigruppo e si è deciso in maniera inappellabile di fare ricorso in Consiglio di Stato e di fare una relazione di appoggio all’azione dell’avvocato. Da allora il silenzio di tomba. All’improvviso si viene a sapere che si deve convocare il Consiglio comunale entro 45 giorni, altrimenti il tutto sarebbe passato nelle mani del commissario ad acta. È questo il modo di gestire un’Amministrazione pubblica?»

 

Dello stesso avviso anche Giorgio De Vecchis: «Difendere il Consiglio – ha detto – significa attivarsi immediatamente quando c’è una sentenza in opposizione alla sua volontà. Probabilmente faremo istanza per un Consiglio con lo scopo di nominare una commissione d’indagine».

 

La delibera è passata anche se la minoranza – che aveva assicurato il numero legale – non ha votato. A dirsi favorevoli sono stati solo Fanini, Capriotti, Elena Piunti, Novelli, Laghi, Gaetani e Merli. Contrari De Ascaniis e Pasquali, astenuti Micozzi e lo stesso Spazzafumo. Il sindaco, sulla questione, non ha detto nulla.


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