Willie Peyote abbraccia Marina di Altidona: «Parlate con chi non la pensa come voi, confrontatevi sempre» (Fotogallery)

FERMO - Il cantautore torinese scalda Parco dei Due Ponti con quasi due ore di show, senza risparmiare riflessioni, critiche e battute: «Ma chi me lo fa fare di scrivere pezzi politici?»
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Willie Peyote a Marina di Altidona

 

testo e foto di Andrea Pietrzela

 

Dopo due ore di live al Parco dei Due Ponti, Willie Peyote si cambia al volo ed esce dal suo gazebo, dietro il palco, con gin tonic e sigaretta in mano, per chiacchierare con una manciata di suoi fan. Dice sì a ogni foto col sorriso, si ferma a parlare di musica, si prodiga per recuperare una penna per firmare autografi a due bambini. Willie è rimasto sul palco: dopo lo show c’è Guglielmo Bruno, senza filtri.

 

Willie Peyote artista, invece, è scanzonato, fuori dagli schemi, determinato, lucido. Come il biliardino – ben oliato, zero ruggine – appoggiato sul prato tra tavoli e panche di legno, accanto alla rampa che porta sul palco. Hardcore come l’intro che lo annuncia intorno alle 22 – «l’artista più granata d’Italia» – e come Kamil “Glik”, brano dedicato all’ex difensore del Torino dalle sfumature punk rock con cui Willie ha fatto saltare i 400 – per lo più giovani adulti – di Marina di Altidona.

 

Il backstage dello show si sviluppa tutto intorno alla struttura di calisthenics del parco. Da lì il cantautore 39enne – non chiamatelo rapper o indie, odia le “Etichette” – ha aperto il suo live marchigiano, l’unico, il settimo del suo “Grazie ma no grazie tour” dopo gli show a Collegno (nella sua Torino), Modena, Cattolica, Roma, Milano, Brescia. Un tour estivo speciale che cade nel decennale di “Educazione Sabauda”, il disco che ha segnato una svolta nella sua carriera.

 

I brani più cantati dalla folla fermana sono proprio quelli di quell’album: “Che bella giornata” – l’apertura – “C’era una Vodka”, “Io non sono razzista ma…”. E poi “Metti Che Domani”, “Le Chiavi in Borsa” e “Ottima Scusa” (brani del 2017 da “Sindrome di Tôret”, disco che l’ha consacrato”) oltre che i più recenti “Sulla riva del fiume”, “Un tempo piccolo” e “Giorgia nel paese che si meraviglia”: «Ma chi me lo fa fare di scrivere pezzi politici?».

 

Willie Peyote e il pubblico fermano

Si spazia da tracce rap a più blues, dal pop – dei brani sanremesi “Mai dire mai” e “Grazie ma no grazie” – al rock e al jazz. Che si fondono col rap, col cantautorato. Il sound cambia, i testi meno: sempre impegnati, riflessivi, introspettivi. Un mix di denuncia sociale, hip-hop politico e autoironia. Come le parole che Willie spende dal palco, anche qui senza risparmiarsi: «Il tipo che possiede Spotify, tale Daniel Ek, il datore di lavoro di noi cantanti, ha speso 600 milioni di dollari in droni militari e 150 mila dollari nella festa di insediamento di Trump… Valutate bene dove ascoltare la musica».

 

A chi gli chiede dalla folla «Dov’è Montanini?» (comico fermano che gli ha prestato la voce per “7 Miliardi”), lui risponde di getto: «E io che ne so». Scherza – fino a un certo punto – sul Torino e su Cairo, poi ringrazia il team creatore del Fantasanremo, di Porto Sant’Elpidio e sparso tra il pubblico: «Io fui uno dei primi a parlarne sul palco prima che diventasse mainstream».

 

Prima dell’ultimo brano guarda negli occhi il suo pubblico, gente come lui: «Parlate con chi non la pensa come voi, confrontatevi sempre. Da soli siamo niente, ma se saltiamo tutti insieme il pavimento non ci tiene». Con riferimento al ritornello di “E allora ciao”, la traccia di “Educazione sabauda” che chiude il concerto di Marina di Altidona.

 

Willie Peyote – nome d’arte riferimento allo spericolato Willy Coyote (Willie è anche il diminutivo di William, l’inglese di Guglielmo), mentre il peyote è una pianta allucinogena – non è l’ultimo artista ospite del Wondergate Festival 2025: dopo gli Europe e l’artista torinese, arriveranno nel fermano Fiorella Mannoia, Steve Aoki e Afrojack per la musica elettronica e rockband come Stratovarius, Sonata Arctic, Rhapsody of Fire e Apocalittica. Un’estate ricca di concerti quella di Marina di Altidona.

 

FOTOGALLERY

Il palco al Parco dei Due Ponti prima del concerto

Il pubblico di Marina di Altidona


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