Un bilancio positivo, ma anche un appello alla responsabilità e alla programmazione a lungo termine. È il duplice messaggio che arriva dal Sap (Sindacato Autonomo di Polizia), attraverso le parole del segretario provinciale Massimiliano d’Eramo, che commenta l’andamento del piano di sicurezza predisposto per l’estate lungo la costa picena.
Massimiliano D’Eramo
Il rafforzamento del controllo del territorio, con una presenza significativa delle forze dell’ordine e in particolare della Polizia (15 unità impiegate), ha dato finora risposte concrete, per d’Eramo che aggiunge: «Se il buon giorno si vede dal mattino possiamo essere fiduciosi. La strategia voluta dal prefetto Copponi e dal questore Fusco sta funzionando».
Un’eccezione è rappresentata dal grave episodio registrato ad Ascoli, dove due persone sono rimaste ferite durante un inseguimento (leggi l’articolo). Un campanello d’allarme che, secondo il Sap, ribadisce l’esigenza di mantenere alta la soglia di attenzione. «La presenza capillare delle forze di polizia – sottolinea d’Eramo – è una garanzia non solo di sicurezza percepita, ma reale. E proprio su questa sicurezza concreta si concentra il nostro impegno quotidiano».
Con l’estate ancora nel vivo, l’obiettivo resta quello di garantire serenità e tutela per cittadini, famiglie, attività economiche e per lo stesso personale impegnato su strada. Ma il Sap guarda già oltre la stagione balneare: «L’impegno istituzionale non può esaurirsi con l’estate – aggiunge il segretario provinciale – Serve un rafforzamento stabile degli organici per affrontare non solo l’attualità, ma anche le sfide imminenti».
Tra queste, l’imminente avvio della stagione calcistica, che si preannuncia delicata per la complessità degli incontri e il clima generale.
«Potrebbe essere una delle più impegnative degli ultimi decenni – afferma d’Eramo – persino più delle stagioni 2005/2006 e 2006/2007, quando l’Ascoli era in Serie A, ma grazie a un’attenta pianificazione e a un ampio schieramento delle forze dell’ordine, gli episodi critici furono sorprendentemente contenuti».
L’appello finale è chiaro: «Serve visione, programmazione e responsabilità, affinché la sicurezza diventi un valore costante, su cui costruire fiducia e coesione sociale».
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