Csr e agricoltura resiliente: il presidente della Vinea D’Angelo fa il punto sul futuro del vino

OFFIDA - Intervista a margine dell'evento formativo che mira a illustrare le diverse azioni e interventi previsti per lo sviluppo delle aree rurali: «Investimenti, giovani e tecnologie contro la crisi»
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“L’impatto delle nuove misure del Csr sullo sviluppo sostenibile” è un evento formativo che si è tenuto oggi alla Vinea di Offida, che mira a illustrare le diverse azioni e interventi previsti per lo sviluppo delle aree rurali. Per l’occasione abbiamo intervistato il presidente dell’associazione Pompilio D’Angelo.

Pompilio D’Angelo

 

Presidente, il futuro del vino è legato alla sostenibilità, alle innovazioni e anche alle nuove generazioni?

 

«Il seminario è dedicato alle imprese agricole, in particolare a quelle che hanno presentato dei progetti di miglioramento aziendali attraverso delle misure Csr (complimenti di sviluppo rurale) e naturalmente i giovani. Investimenti che riguardano sia la sostenibilità, che la competitività. Investimenti che servono per migliorare il reddito dell’azienda, ma anche la sostenibilità: mi riferisco in particolar modo: al fotovoltaico, all’irrigazione, che fino a pochi anni fa non venivano fatte dalle aziende, ma che oggi, anche in virtù del cambiamento climatico, vengono adottate, molte azienda stanno cercando di creare degli invasi aziendali per cercare di recuperare acqua e per sprecarla il meno possibile».

 

Quanto sono importanti momenti del genere?

 

«Questi seminari sono importanti per informare e formare i potenziali beneficiari. Si tratta di importanti investimenti, che le aziende stanno facendo e che tengono conto della sostenibilità. Anche l’acquisto di alcune attrezzature: attrezzature moderne, che riducano l’uso di antiparassitari. Investimenti che vanno nella direzione della sostenibilità ambientale. Nell’incontro di oggi parleremo anche della sostenibilità economica e finanziaria, nel senso che c’è una misura Fider e Confidi coop Marche misura Srd 20, che serve a migliorare l’accesso al credito delle aziende agricole e intervenire favorendo sia la possibilità di usufruire dei mutui sia nell’abbattimenti dei costi, degli interessi e dei mutui. Una sinergia tra le misure per ottimizzare la possibilità di fare investimenti in un momento in cui la congiuntura economica non è favorevole. Possiamo riassumere dicendo che mettiamo in campo tutti gli strumenti per favorire gli investimenti e aumentare la resilienza nel settore agricolo».

Un momento difficile non solo per la congiuntura economica, per il mutamento climatico, ma anche per l’amaro calice dei dazi?

 

«Non nascondiamo la nostra preoccupazione, il modo del vino segue con trepidazione quanto sta accadendo, purtroppo non dipende da noi, confidiamo nel lavoro della Comunità europea, il nuovo assetto commerciale tra Europa e Usa con un dazio che dall’1 agosto sarà al 15% ci preoccupa. Auspichiamo che si riesca a contrattare. Al momento l’Unità italiana vini stima un danno pari a Il danno che stimiamo per le nostre imprese è di circa 320 milioni di euro, che sommato arriveranno a 450 milioni di danno dei dati. La trattativa non è ancora chiusa, siamo fiduciosi, ma è la Comunità europea che deve spingere. Dal punto di vista ambientale, stiamo già operando, cerchiamo di adattare le nostre coltivazione al cambiamento climatico. I nostri vigneti non possono essere spostati, ma possiamo cambiare i metodi di coltivazione, da anni stiamo studiando dei nuovi, che permettono la conservazione dell’acqua del terreno, mi riferisco sia alle pratiche agronomiche, sia sulle parti aeree della pianta: riducendo le sfogliature, affinché trattenga più acqua nel terreno. Abbiamo fatto delle sperimentazioni con degli inerbimenti diversi, a secondo della località, dell’esposizione, dell’acqua nel terreno. Stiamo redigendo anche un manuale dove andremo ad illustrare le varie tecniche di inerbimento in alcune zone per cercare di limitare e far disperdere meno possibile l’acqua per lasciarla a disposizione delle piante. Il tema dell’acqua è fondamentale: per il futuro puntiamo sull’inerbimenti, invasi e l’irrigazione. La siccità e il caldo sono due fattori con i quali la viticultura deve fare i conti. Stiamo lavorando in questo senso per cercare di limitare i danni, non possiamo fare miracoli, ma sicuramente i nostri interventi aiutano».


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