Force, paese dei panorami

CENTRO MEDIEVALE allungato su un rilievo tra la valle dell’Aso e quella del Tesino, è un balcone naturale come tanti delle Marche. Dalla sua posizione si apprezzano vedute spettacolari che dànno emozioni durature: boschi, monti e valli, fino al mare Adriatico. Interessante la tradizionale, storica presenza di artigiani della lavorazione artistica del rame
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di Gabriele Vecchioni

 

Force è un centro di antica origine e deve il nome alla sua posizione, in una “forca” a cavallo tra le valli dell’Aso e del Tesino. Fu fortificata dalle popolazioni vallive, per difendersi durante le invasioni barbariche.  Nel suo territorio, nell’835, le milizie del conte Maginardo inflissero una memorabile sconfitta ai saraceni

Paesaggio forcese (ph sito Comune)

 

Nel sec. XI fu feudo dei monaci della potente Abbazia di Farfa, nel Reatino; diventò poi libero comune fino al 1247, poi passò sotto la “protezione” dello Stato Pontificio ma con la libertà «faciendi comunantiam et vivendi libere in fidelitate et devotione Romanae Ecclesiae sicut alia castra de Marchia». Nel 1276 Force fu devastata dagli Ascolani; quattro anni dopo fu stipulato un patto di alleanza tra i due centri, ribadita da un nuovo patto nel 1297. Per inciso, Force sfila nel corteo della Quintana ascolana come uno dei diciassette castelli vassalli di Ascoli.

 

Force perse l’autonomia ai tempi di Sisto V (sec. XVI), con la creazione del Presidiato con sede a Montalto. «Degna di ricordo è la valorosa resistenza delle truppe repubblicane e della fanteria che ressero per parecchi giorni il paese, stretto d’assedio dai briganti, nel giugno del 1849 (Mandamenti e Comuni del Circondario di Ascoli Piceno, 1898)».

Paesaggio forcese, sullo sfondo, il Monte dell’Ascensione (ph sito Comune)

 

La chiesa monumentale neoclassica di San Francesco, in piazza Umberto I, fu costruita su progetto dell’architetto forcese Giuseppe Sacconi, a partire dal 1882. La chiesa fu edificata sui resti del convento francescano, in essere dal sec. XIII, e del quale rimane la Torre Campanaria. Nel monastero era conservata un’opera di Carlo Crivelli, un trittico, oggi smembrato, di cui è stato possibile rintracciare solo due tavole, conservate ai Musei Vaticani a al Louvre, a Parigi.

 

Nella Collegiata di San Paolo Apostolo era conservato il cosiddetto SS Crocifisso di Force, importante opera per il suo valore storico e artistico («Oggi il Crocifisso è custodito nella chiesa di San Francesco d’Assisi, a causa dei danni provocati dal terremoto del 2016, L’Ancora, 2025»).  Il crocifisso, scultura in legno policromo, rimaneggiata con l’aggiunta di fregi barocchi. fu commissionato nel 1513 dai monaci benedettini farfensi per la loro chiesa di San Salvatore in Aso.

Force. Paesaggio invernale (ph sito Comune)

 

Una piccola digressione per ricordare che i monaci di Farfa, fecero edificare un monastero anche a Force e incentivarono la lavorazione artigiana del rame e altre attività commerciali.

 

Una tradizione orale vuole che, all’inizio del sec. XVI, il torrente Aso ruppe gli argini durante un’alluvione e le acque distrussero l’edificio religioso, dove era custodito il Crocifisso. Il simulacro non fu trascinato a valle insieme ai detriti ma, miracolosamente, risalì la corrente, circondato da lumi accesi, verso il paese di Force. Recuperato dai forcesi, fu sistemato nella chiesa di San Paolo (1607) e lì conservato: è stato restaurato ed è protetto da una grata metallica.

Palazzo comunale (ph sito Comune)

 

La Porta-torre di San Francesco (sec. XIII) è una suggestiva costruzione in pietra arenaria con portale ad arco gotico era collegata con la cinta muraria urbica. Al secondo piano, sopra l’arco, una bertesca in laterizio, con una caditoia a protezione della porta stessa.

La Torre civica (ph sito Comune)

 

Nel territorio comunale esisteva l’antico monastero benedettino di San Salvatore in Aso (precedentemente ricordato), costruito prima del Mille su resti di insediamenti romani e ormai ridotto allo stato ruderale. Cola dell’Amatrice aveva dipinto (1515) per il convento un grande polittico smembrato nel sec. XVIII. I vari pannelli sono conservati in diversi musei, tra i quali quello statunitense di Lawrence, in Kansas.

 

Uno dei monumenti più conosciuti di Force è il Villino Verrucci, una villa urbana costruita fuori dalle mura urbiche nel sec. XX (1936-39) dall’architetto Ernesto Verrucci, ritiratosi a vivere nel paese natale dopo la sua attività lavorativa in Egitto; il progetto iniziale prevedeva un edificio di gusto eclettico di maggiori dimensioni, ridotto per l’approssimarsi della Seconda Guerra mondiale. Alla morte del proprietario (1945) il villino divenne proprietà comunale per lascito testamentario. Attualmente è occupato da diverse Associazioni locali.

 

Per quanto riguarda la tradizione della lavorazione del rame, che ebbe il suo momento migliore alla fine del sec. XVIII, il Carducci scriveva (1889) che «Una ricca industria viene esercitata tanto nell’interno quanto fuori del Comune, consistente nella lavorazione del rame per fabbricare utensili di cucina e per altri usi domestici ed industriali». Lo stesso autore specificava che «Il dialetto forcese [in realtà, un gergo, il cosiddetto “Baccaiamento Forcese”, non più usato, NdA] presenta alcune strane particolarità, che fanno pensare ad una mescolanza tra la popolazione di qualche tribù zingara, lavoratrice del rame».

Portale monumentale in laterizio della chiesa di San Francesco (ph Sito Comune)

 

A Force, presso lo storico Palazzo Canestrari, il Museo Sistino di Arte Sacra di Force ospita diverse interessanti opere provenienti dalle chiese del luogo. Tra le opere più importanti, il Crocifisso ligneo tunicato (sec. XIII), con il corpo di cristo coperto da una lunga tunica, proveniente dalla chiesa (demolita) di San Taddeo. Vediamo di cosa si tratta.

 

Del crocifisso di Force, spesso preso in considerazione al più recente, consimile crocifissodi Amandola, esiste un’esauriente monografia di Francesca Pertusi Pucci (1985), alla quale si rimanda. Qui ricordiamo, brevemente che i crocifissi antichi vengono divisi, dal punto di vista iconografico, in “crocifissi di Nicodemo” (le maiestates) e “crocifissi sanfrancescani”: il primo tipo raffigura un Cristo trionfante (sulla morte), con la corona sul capo, le braccia rigidamente spalancate e non-sofferente; l’altro tipo raffigura un Cristo seminudo, coperto dal solo perizonium e sofferente (patiens).

 

Nel caso del manufatto esposto a Force, esso è stato realizzato utilizzando un tronco cavo, la scultura è stata integrata con due braccia “nuove” e ha i piedi tagliati. Sul petto, una piccola incisione evidenzia il suo utilizzo come reliquiario.

 

Torrione di Porta San Francesco. In alto, la bertesca con caditoia, struttura difensiva di protezione della porta sottostante (ph sito Comune)

9. Ernesto Verrucci Bey

10. Villino Verrucci (a sinistra, ph Ministero Beni Culturali; a destra, ph sito Comune)

11. La torretta del Villino Verrucci con sullo sfondo il massiccio del Vettore (ph sito Comune)

 

 


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