di Gino Micozzi *
Era il 24 marzo 1954 quando il direttore dell’Automobile Club di Ascoli Piceno presentava agli uffici del Comune di San Benedetto del Tronto un progetto per la costruzione di “un posto di ristoro e di assistenza automobilistica” in un’area di Porto d’Ascoli acquistata dalla famiglia Laureati, in via Nazario Sauro. La costruzione dell’edificio (1955-56), a detta di chi era presente in quegli anni, fu realizzata da maestranze provenienti dalla città laziale di Sora.
Nella cartina della rete dei Motel e degli Autostelli in Europa, Porto d’Ascoli, indicato con il n. 48, è l’unico presente nelle Marche
Si tratta del complesso edilizio meglio conosciuto con il nome “Autostello” (termine che unisce auto e ostello) che, solo dopo poche settimane dalla presentazione dell’istanza, il 7 aprile ricevette la licenza edilizia a costruire. Non conosciamo il nome progettista ma certamente trattasi di un prodotto di buona qualità da ritenersi significativa nella storia dell’architettura contemporanea sul territorio nazionale post razionalista. Il sito dove sorge è certamente da ritenersi fortemente strategico in quanto situato lungo importanti arterie stradali di grande comunicazione come la Statale n.16 “Adriatica” e a pochi metri dall’incrocio con la Statale n.4 Salaria.
Quando in Italia, grazie al boom economico, le famiglie acquistano per la prima volta le utilitarie (motorizzazione di massa) e iniziano a spostarsi lungo le strade italiane per le vacanze. l’Autostello di Porto d’Ascoli entra a far parte di una rete nazionale e internazionale (nella cartina della rete dei Motel e degli Autostelli in Europa, Porto d’Ascoli, indicato con il n. 48, è l’unico presente nella regione Marche) di strutture di servizio agli automobilisti in transito, dove a costi contenuti, potevano fare rifornimento alle autovetture, riposare, consumare un pasto, avere assistenza tecnica all’autovettura, pernottare e riprendere il viaggio il giorno successivo. C’era poi, non ultimo, l’attenzione e la bravura del personale cui era imposta la gentilezza verso la clientela. A tal proposito, vedere l’immagine in primo piano della Mercedes – Benz Ponton parcheggiata sul piazzale mentre sulla destra si vede un operatore di servizio in elegante divisa.
Una Mercedes – Benz Ponton parcheggiata sul piazzale mentre sulla destra si vede un operatore di servizio in elegante divisa.
L’autostello, grazie alla visione del grande manager Enrico Mattei, è frutto della collaborazione tra “Agip e Automobile Club”, è la celebrazione del mito appena decollato in Italia, cioè quello dell’automobile per tutti, che fece avviare un piano di sviluppo della rete di vendita di carburante Agip con la realizzazione di nuove stazioni di servizio carburanti con servizi collaterali.
L’edificio si sviluppa su due piani fuori terra e un piano interrato a pianta rettangolare posta parallelamente alla Statale “Adriatica”. Nella zona nord sotto a una pensilina oggi demolita erano sistemate due pompe per l’erogazione del carburante a cui si univa una parte coperta adibita a piccola officina meccanica e al lavaggio delle automobili. Nella parte meridionale del fabbricato, con accesso indipendente da un ampio terrazzo, si trovava la zona bar direttamente collegata alla sala da pranzo del ristorante, che guardava con grandi vetrate ad ovest sul verde del giardino e della villa dei Laureati. Al piano superiore trovavano posto alcune camere con relativi servizi per gli ospiti e una piccola abitazione riservata al gestore. Completava l’area della stazione una zona riservata a parcheggio e un giardino sul lato ovest.
Questa costruzione concilia estetica e funzionalità, dando vita ad un edificio che incarna modernità e leggerezza creando un dialogo tra interno e ambiente circostante, la finestra a nastro del primo piano rimanda chiaramente alla memoria lecorbusieriana. L’autostello rappresenta un simbolo del miracolo economico dello sviluppo italiano del dopoguerra tra il 1950 e il 1960.
La stazione è inutilizzata da circa vent’anni ed oggi si trova stato di conservazione fatiscente, in condizioni di totale abbandono che ignorano il suo valore storico-architettonico, mentre in realtà meriterebbe una maggiore attenzione finalizzata alla sua salvaguardia e valorizzazione. L’autostello è un immobile storico che rappresenta un esempio di archeologia industriale che va preservato.
Si chiede quindi che la Soprintendenza intervenga per tutelare questa stazione di servizio che è una icona della rinascita economica dell’Italia post-bellica.
Auspichiamo dunque un futuro restauro e una rifunzionalizzazione della struttura in grado di ripristinare l’immagine originaria del complesso, affinché torni ad essere uno spazio di transito, di attraversamento, di sosta, un luogo dove ci si incontra e ci si racconta, riuscendo a coniugare il rispetto per il contesto senza rinunciare a mettere in azione una “produttività” per il sostentamento dello stesso.
* dottore di ricerca in Storia dell’Architettura – Consigliere comunale di San Benedetto del Tronto
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