Giuseppe Conte ad Ascoli: «Sanità, ricostruzione, infrastrutture: il Paese non può più aspettare»

POLITICA - Il leader del Movimento 5 Stelle in visita in città: «Per il post sisma i soldi ci sono, bisogna sollecitare il commissario. La sanità è il problema più grave delle Marche: qui in tanti rinunciano alle cure, dall'emergenza Covid non abbiamo imparato nulla»
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Giuseppe Conte ad Ascoli

 

Ricostruzione, infrastrutture, sanità, giustizia. Questi i temi dalle domande e testimonianze dei cittadini durante l’intervento di Giuseppe Conte ad Ascoli, al Chiostro di San Francesco, che si è svolto ieri sera, martedì 9 settembre. Accanto all’ex Presidente del Consiglio, il parlamentare Giorgio Fede.

 

Una cittadina ha denunciato il problema della ricostruzione post sisma: «Ancora dopo nove anni ci sono le macerie, chi tornerà a vivere in quei luoghi?». Conte ha ribadito la gravità del problema sottolineando che «i soldi ci sono, le pratiche devono andare avanti ma è necessario sollecitare il commissario».

 

Un giovane ha sollevato il tema della viabilità e dei trasporti: «Da anni la Salaria è bloccata. Vogliamo accessibilità e collegamenti sostenibili, fondamentali per il turismo e i pendolari. Non è possibile metterci cinque o sei ore di viaggio per andare a Roma». L’ex Premier ha ricordato come nei suoi anni di governo abbia constatato una politica spesso concentrata su «grandi opere, mentre i territori restano senza collegamenti basilari. Non possiamo drenare miliardi per progetti faraonici. Serve invece migliorare la rete ferroviaria e le strade, soprattutto per il turismo e lo sviluppo economico».

 

Ampio spazio è stato dedicato al tema della giustizia: «Se non c’è certezza della pena, viene meno il principio di uguaglianza. Abbiamo visto riforme che rischiano di far estinguere i processi in appello se durano più di un anno. Così si crea una giustizia di serie A e una di serie B». Conte ha denunciato inoltre le condizioni delle carceri in Italia e il rischio di politicizzazione delle decisioni giudiziarie: «La legge deve essere uguale per tutti, anche per i potenti».

 

Giuseppe Conte e Giorgio Fede

Altro nodo: la sanità. Conte lo ha definito “il problema più grave delle Marche”, riportando le testimonianze di alcuni cittadini costretti a rinunciare a cure e controlli: «Ho incontrato un signora che per sottoporsi ad una mammografia deve attendere fino al 2027. Un’altra mi ha raccontato che, per togliersi i punti, deve percorrere 70-80 chilometri per raggiungere un pronto soccorso. Solo nelle Marche, sono 150mila i cittadini che hanno rinunciato alle cure. Dall’emergenza Covid non abbiamo imparato nulla: non ci sono più i medici di base e manca una vera medicina territoriale».

 

E poi il Pnrr: «Sono stati destinati ingenti risorse alla sanità territoriale, per rafforzare i servizi e ridurre le liste d’attesa, ma finora, qui nelle Marche, è stato speso appena il 20% dei fondi disponibili. Il rischio è uno spreco, mentre i cittadini aspettano risposte». Il leader dei 5 Stelle ha posto l’accento anche su istruzione e formazione: «Gli insegnanti italiani sono tra i meno pagati d’Europa. Dobbiamo introdurre almeno un salario minimo. Con stipendi così bassi , i giovani preferiscono andare all’estero. Così impoveriamo il nostro Paese. Viviamo in un mondo dominato dal digitale e dall’intelligenza artificiale».  E ha aggiunto «Ogni giovane costa allo Stato circa 100 mila euro in formazione. Se poi va all’estero a lavorare, l’Italia si impoverisce mentre gli altri paesi si arricchiscono».

 

Conte ha concluso, infine, con un richiamo alla responsabilità politica: «In Europa si investe sempre più in armamenti, mentre in Italia si tagliano sanità e welfare. Dobbiamo decidere quale futuro vogliamo: un’Europa che spende tutto in armi o un’Europa che investe in servizi, sanità giustizia e diritti?».


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