I carabinieri hanno condotto le indagini
di Gianluca Ginella
Era cominciato tutto con la denuncia di una 14enne che parlò di una violenza sessuale subita a Civitanova durante una serata trascorsa in città con una amica. Poi le indagini e l’arresto di un 24enne marocchino, con il processo che si è chiuso ieri al tribunale di Macerata con la condanna a 7 anni per il giovane.
Per lui l’accusa aveva chiesto 8 anni e sei mesi. Il 24enne, che ha sempre contestato le accuse, doveva rispondere sia di violenza sessuale, sia di aver fatto assumere droga alla minorenne. I fatti presi in esame nel corso del processo risalgono all’8 agosto del 2024.
Il procuratore Giovanni Fabrizio Narbone
I fatti, secondo quanto ricostruito dall’accusa dopo la denuncia della ragazzina: quella sera, lei e una amica erano arrivate a Civitanova per trascorrere la serata estiva. Erano state accompagnate dal nonno della giovane (che è stato sentito al processo) che avrebbe poi dovuto riportarle a casa. Ma quella notte le ragazzine, continua l’accusa, avevano incontrato il 24enne che, a fine serata, le avrebbe convinte a seguirlo in un bar e poi ad accompagnarlo in una zona boschiva che si trova nel parco del quartiere di San Marone. Lì, vicino alla pista ciclabile, sarebbe avvenuta la violenza sessuale sulla 14enne.
Il 24enne, continua l’accusa, avrebbe costretto la ragazza, della provincia di Ancona, ad avere un rapporto con lui colpendola al braccio e approfittando del fatto che la minorenne avesse assunto alcolici e cocaina (droga che gli avrebbe offerto il giovane).
L’avvocato Domenico Biasco. Dopo la sentenza ha annunciato che presenterà appello
La ragazzina e l’amica hanno confermato le accuse nel corso del processo. Dal canto suo il 25enne, assistito dall’avvocato Domenico Biasco, ha sempre negato i fatti sin dall’udienza di convalida dell’arresto che si era svolta il 12 agosto dell’anno scorso. Il suo legale aveva parlato di «incongruenze nel racconto della 14enne».
Per l’accusa però le prove raccolte e quanto emerso nel corso del processo dimostrano la colpevolezza del ragazzo: da qui la richiesta di 8 anni e sei mesi. I giudici, dopo circa un’ora di camera di consiglio, hanno deciso per una condanna a 7 anni con 18mila euro di provvisionale alla ragazzina.
Al processo si è costituita parte civile la tutrice della ragazza, assistita dall’avvocato Sara Sbarbati.
Il difensore dell’imputato, dopo la sentenza, ha detto chiaramente: «Farò certamente appello. Aspettiamo di leggere le motivazioni. La non colpevolezza del mio assistito ritengo emerga dai dati dei telefoni».
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