In tanti per difende la studentessa: manifestazione dopo le scritte offensive sul muro della scuola

ASCOLI - Molto partecipata l'iniziativa di “liberə tuttə” e di diversi gruppi socialmente impegnati, ai quali si sono uniti studenti, ex allievi e istituzioni. Condanna unanime e appello a tutelare la vittima
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di Maria Nerina Galiè

 

Non è sola la ragazza tacciata con epiteti offensivi sul muro dell’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri — che ospita anche alcune classi del Liceo Linguistico — e sul palazzo di fronte: un’intera città si è schierata con lei (leggi l’articolo).

La conferma è arrivata dalla nutrita partecipazione alla manifestazione di solidarietà promossa nella serata di oggi, 26 settembre, dalla collettiva liberə tuttə insieme a vari gruppi ascolani impegnati sul piano sociale. All’iniziativa si sono uniti studenti ed ex studenti delle due scuole, insegnanti e cittadini. Erano presenti anche il dirigente scolastico dell’Umberto I, Nazario D’Amato, e l’assessore comunale alla Pubblica Istruzione Donatella Ferretti.

Unanime la condanna del gesto: non è la prima volta che accade, la vittima è sempre la stessa studentessa. «Si è trattato di un atto esecrabile, vile, di pura violenza», è stato il commento dei partecipanti.

 

«La ragazza ci ha scritto per ringraziare tutti i partecipanti all’iniziativa», ha riferito una esponente di liberə tuttə. «Quanto accaduto travalica la “questione di genere”: se la vittima fosse stata una ragazza, un ragazzo o una persona gender-neutral, non cambierebbe nulla. È una violenza schifosa che non rimarrà impunita. La priorità ora è far sentire la ragazza al sicuro e a suo agio: quando e se deciderà di identificare gli autori, dovrà poterlo fare in piena libertà e sicurezza. La risposta della popolazione e delle istituzioni deve mirare a questo».

 

Il dirigente scolastico dell’Umberto I, Nazario D’Amato

Alle parole di una rappresentante di liberə tuttə, che ha sottolineato la necessità di trovare chi ha sbagliato tra scuola e famiglia, «agenzie preposte all’educazione e alla rilevazione di eventuali disagi», ha riposto il preside D’Amato: «I colpevoli sono coloro che hanno preso in mano la vernice rossa ed hanno scritto quelle frasi. La scuola e la famiglia restano agenzie educative fondamentali. L’azione educativa ci coinvolge tutti: genitori, famiglie, scuola e territorio. La nostra attenzione ai problemi dei giovani è continua e quotidiana; siamo in prima linea nel rilevare disagi e nel collaborare con le famiglie».

 

In molti avevano portato vernice e pennelli per rimuovere ogni traccia, dal momento che fino a metà pomeriggio nessuno aveva ancora provveduto. Le scritte sono state coperte intorno alle 17 dagli operai del Comune, mentre sulla facciata dell’abitazione di fronte resta una copertura provvisoria con un lenzuolo. L’edificio scolastico è di proprietà della Provincia; il palazzo opposto è privato, e per questo motivo gli interventi devono rispettare le regole di competenza.

 

 

«Sono venuto a conoscenza dell’iniziativa – ha sottolineato il preside D’Amato – che pare venisse dagli studenti per rimuovere le scritte. Io ho in consegna l’edificio della Provincia che è stata immediatamente informata appena preso atto delle scritte, stamattina, come negli altri due casi precedenti. 

La presenza di studenti ed ex studenti conferma l’attenzione e la vicinanza dei giovani e della comunità alla ragazza».

 

L’assessore Donatella Ferretti

L’assessore Donatella Ferretti, anche lei insegnante, ha definito l’episodio «esecrabile»: «Sono stata contattata dalla famiglia della giovane e ho avuto conferma dagli organi di polizia che sono in corso indagini. Né personalmente né come assessore posso accettare che una cosa simile accada; la stessa Amministrazione comunale non lo tollererà».

 

Critiche sono arrivate anche per uno scivolone — pur nelle intenzioni di condanna — di un consigliere comunale di opposizione che ha rilanciato sui social le foto delle scritte in chiaro.

Non è necessario alimentare la morbosità popolare. E’ piuttosto urgente di individuare i responsabili e di lasciare che le indagini facciano il loro corso.

Carabinieri, Polizia Locale e Polizia di Stato hanno confermato di essere al lavoro per risalire agli autori delle scritte.


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