Adriatica Bitumi, il prefetto chiede la valutazione dei rischi entro dieci giorni

COLLI DEL TRONTO - Dopo le proteste dei cittadini e il rogo di agosto, il tavolo tecnico convoca azienda e istituzioni. L’azienda annuncia una futura delocalizzazione. Luciani: «Le industrie vanno tenute lontane dalle case. Avevo chiesto di partecipare al tavolo tecnico, ma non sono stato invitato» 
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Cittadini davanti alla Prefettura, in attesa di conoscere l’esito del tavolo tecnico sull’Adriatica Bitumi

 

di Maria Grazia Lappa

Il tavolo tecnico, promosso dal Prefetto di Ascoli Sante Copponi, ha stabilito che l’azienda Adriatica Bitumi dovrà produrre, entro dieci giorni, un documento di valutazione dei rischi. La richiesta arriva dopo le polemiche dei cittadini, tornati a protestare di fronte ai cancelli del sito industriale di Colli del Tronto alla ripresa delle attività dopo la pausa estiva.

 

L’incontro, durato oltre un’ora, ha visto al confronto le varie parti coinvolte: oltre al Prefetto erano presenti il sindaco di Colli del Tronto Andrea Cardilli, i rappresentanti dell’azienda, dell’Arpam, dell’Ast e dei vigili del fuoco.

 

Durante la riunione, Adriatica Bitumi ha manifestato la volontà di delocalizzare l’impianto, precisando però che si tratterà di un processo graduale.

Intanto i residenti, ancora scossi dal rogo del 9 agosto — che aveva provocato una colonna di fumo nero visibile a chilometri di distanza, diverse esplosioni e l’evacuazione temporanea di abitazioni e attività — hanno espresso preoccupazione e richiesta di tutele.

«Vogliamo sapere con certezza se esistono rischi esterni», hanno detto i cittadini, che hanno atteso il sindaco sotto la Prefettura. «Non siamo tranquilli, chiediamo solo di vivere in sicurezza. Vicino all’azienda sta sorgendo un nuovo centro commerciale: non si può avere un sito con queste caratteristiche tra case e negozi».

Il sindaco Andrea Cardilli ha confermato la volontà di fare chiarezza: «Abbiamo incontrato le parti – ha spiegato – Verrà prodotto un documento necessario per capire quali siano i rischi in caso di situazioni estreme e quali provvedimenti adottare in caso di emergenza».

Cardilli ha ribadito più volte la richiesta di tutele per i cittadini e di un quadro preciso dei rischi reali: «Voglio che mettiate nero su bianco – aveva protestato – Il sindaco è responsabile dell’incolumità pubblica».

 

Sul tema è intervenuto anche il sindaco di Spinetoli, Alessandro Luciani, che ha voluto sottolineare la necessità di una pianificazione territoriale più attenta:

«Credo che i Comuni debbano organizzare il territorio in modo da tenere le attività industriali e commerciali lontane dai centri abitati. Un territorio ben strutturato non elimina i rischi, ma li riduce. Serve anche l’impegno delle aziende a lavorare in sicurezza e nel rispetto delle normative».

Luciani ha poi ricordato che da anni i cittadini di Pagliare lamentano miasmi e aria irrespirabile:

«L’azienda ci deve spiegare come mai accade questo. Il sito non è nel nostro territorio, ma auspico che il sindaco competente disponga controlli per verificare le condizioni di sicurezza. Da anni si parla di delocalizzazione, ma io non ci credo più. Servono un piano industriale e un nuovo piano regolatore. Avevo chiesto di partecipare al tavolo tecnico, ma non sono stato invitato. Da tempo voglio promuovere un consiglio comunale aperto per affrontare un problema che da troppo tempo pesa sui miei cittadini».

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