La casa della tragedia
Una tragedia improvvisa, inattesa, per la riconosciuta bonarietà dell’uomo, Mario Cutella. Il quale tuttavia da troppi mesi viveva solo. Da quando la compagna Vanda Venditti, 80 anni anche lei, era ospite in una Rsa di Massignano, a causa dello stato di salute peggiorato notevolmente.
Quello che è accaduto a San Benedetto nel pomeriggio di giovedì 16 ottobre è uno spaccato dell’Italia attuale. Una coppia senza figli – vivevano assieme da quasi quarant’anni ma non si erano mai sposati – una figlia di Vanda morta tragicamente anni fa, il fratello di Mario che vive in Germania, i parenti di lei sparsi in Abruzzo, di dove era originaria.
Dopo la giovinezza, il percorso da adulti e da anziani insieme: infermieri entrambi all’ospedale di Giulianova, vivevano in via Stamira, in questo angolo di quiete che assomiglia più a un borgo dell’entroterra piceno che alla vivacità del resto di San Benedetto, almeno da ottobre ad aprile. A cento metri dal lungomare, tra le pinete, il vicino Campo Europa e la sede distaccata Unicam. Tutti qui si conoscono, come una volta, come in un paesino: erano un tempo case popolari sorte di fianco all’ex Gil, oggi sede Unicam, poi sono state riscattate e oggi sono villette residenziali a un piano con piccoli giardini che i più destinano ad orto.
Come il signor Mario; e proprio trascorrendo il tempo sull’orto, qualche vicino, di recente, ha scambiato con lui qualche battuta. E Mario appariva sereno, nonostante le difficoltà fisiche a causa di malattie che lo avevano colpito e gli rendevano la vita quotidiana difficile, e la solitudine e il pensiero sempre rivolto a Vanda, alla quale aveva scattato una fotografia di recente.
Vanda a Massignano, Mario in via Stamira. Da soli.
Ogni tanto Mario si recava nella Rsa e andava da Vanda, le cui condizioni si aggravavano. Anche Mario doveva operarsi di nuovo. E così la richiesta. Umana, all’apparenza: voglio avere Vanda insieme a me, nella nostra casa, per qualche ora. Richiesta accontentata, ma, ignari tutti, sarà l’ultimo viaggio per Vanda. Alle 15 l’autoambulanza porta Vanda a casa, alle 17 tornano a riprenderla ma trovano i due corpi senza vita.
Seduti uno di fronte all’altro. Una pistola, regolarmente posseduta da Mario, che ha sparato due colpi. Arriveranno poi i carabinieri, i medici dell’Ast ad accertare il decesso, la scientifica per capire esattamente la dinamica dei fatti, i giornalisti. Arriveranno i nipoti di Vanda, increduli, un viaggio dall’Abruzzo e nessuna voglia di parlare.
I vicini non sanno spiegarsi quello che è avvenuto: «Ci ho parlato la mattina – dirà la signora Anna ai microfoni di Vera Tv – Mario era sereno, mi ha chiesto cosa stavo cucinando e lui ha detto che per pranzo stava preparando il sugo per i tortellini». Routine, insomma. E altri dettagli: «Sapevo che Vanda veniva qui, gli avevo detto se me la faceva salutare, perché lei chiedeva sempre di me. Ma Mario ha spiegato che non poteva vedere nessuno, perché le emozioni avrebbero potuto crearle dei problemi».
Nessuno ha sentito il rumore dei colpi sparati dalla pistola. Nessuno poteva immaginare quello che stava avvenendo.
Spara alla compagna poi si toglie la vita: tragedia a San Benedetto
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