Piazza Arringo, l’opposizione interroga Fioravanti: «Nessun coinvolgimento e tante perplessità»

ASCOLI - Continua a far discutere l'intervento sul luogo simbolo dopo la diffusione dei primi render
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La riqualificazione di piazza Arringo. I consiglieri comunali Andrea Dominici (primo firmatario), Francesco Ameli, Gregorio Cappelli, Marta Luzi, Emidio Nardini, Manuela Marcucci e Angelo Procaccini hanno depositato un’interrogazione a risposta orale sulla questione dopo la diffusione dei primi render di progetto sui social (leggi qui).

Uno dei render del progetto

 

«L’interrogazione nasce dalla constatazione che, nonostante la rilevanza storica, urbanistica e simbolica di Piazza Arringo, l’Amministrazione comunale ha proceduto all’approvazione del progetto esecutivo per il rifacimento della pavimentazione senza attivare alcun percorso partecipativo né forme di ascolto pubblico – spiegano i promotori dell’interrogazione -. Evidenziamo come tale scelta sia in contrasto con i principi sanciti dallo Statuto comunale, che impongono il coinvolgimento attivo della cittadinanza nei processi decisionali che riguardano beni comuni e spazi pubblici».

 

«Non si può governare una città ignorando il diritto dei cittadini a partecipare o ricordandoselo solo quando ci sono precisi mandati progettuali. Piazza Arringo non è solo una questione tecnica, ma un simbolo della nostra identità collettiva», afferma il capogruppo del gruppo di “Ascolto e Partecipazione”, Andrea Dominici.

Andrea Dominici

 

«La diffusione del render grafico ha suscitato perplessità e critiche da parte di cittadini, commercianti e associazioni culturali, che non hanno avuto alcuna occasione di confronto o proposta – è la prosecuzione -. In molte città italiane, interventi analoghi sono stati preceduti da assemblee pubbliche, sondaggi online, laboratori civici e tavoli di co-progettazione. Nulla di tutto ciò è stato previsto ad Ascoli».

 

I consiglieri hanno deciso quindi il sindaco Fioravanti e l’assessore Cardinelli per sapere perché non sia stato attivato alcun percorso partecipativo.

 

«Infine, pur riconoscendo che il sindaco ha ottenuto circa il 70% dei voti validi, è doveroso ricordare che, contando l’astensionismo, circa due terzi della cittadinanza non hanno votato per lui – concludono -. Questo dato impone un atteggiamento istituzionale più aperto, inclusivo e rispettoso della pluralità di voci che compongono la comunità ascolana. Il consenso elettorale non può essere confuso con un mandato assoluto. Governare significa ascoltare anche chi non ti ha votato, soprattutto quando si interviene su luoghi che appartengono a tutta la città, non solo a chi è al governo».

 

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