Un soldato torna a casa: la famiglia Fausti dona i cimeli di Joseph, eroe italoamericano della Liberazione

COSSIGNANO - Era nato a New York da Pasquale Fausti e Sestilia Pellei, due giovani partiti nel 1910 alla ricerca di un futuro migliore. A Napoli durante la Seconda Guerra Mondiale, partì in autostop per ritrovare le sue origini. Una storia di emigrazione e radici che trova compimento 80 anni dopo
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Foto di gruppo nella chiesa dell’Anunziata

 

Nel silenzio raccolto della Chiesa dell’Annunziata, tra le luci del pomeriggio e i volti commossi dei presenti, la storia di Joseph Fausti è tornata a vivere. Una storia di radici, di guerra e di ritorni, che ieri ha unito idealmente due mondi lontani: l’America e un piccolo borgo marchigiano.

La famiglia Fausti col sindaco

Joseph era nato a New York da Pasquale Fausti e Sestilia Pellei, due giovani di Cossignano partiti nel 1910 alla ricerca di un futuro migliore. Molti anni dopo, quando il mondo era di nuovo in fiamme, quel figlio d’America venne mandato oltreoceano come soldato dell’esercito statunitense. Era il 1945, la guerra volgeva al termine, e Joseph prestava servizio a Napoli.

 

Fu allora che, approfittando di pochi giorni di licenza, decise di seguire il richiamo del sangue e del cuore. Partì in autostop verso nord, desideroso di conoscere la terra dei suoi genitori e abbracciare i parenti che aveva solo immaginato attraverso i racconti familiari. Raggiunse Cossignano, dove fu accolto come un figlio che tornava a casa dopo un lungo viaggio.

 

Ottant’anni dopo, quella stessa casa ha riaperto le sue porte. La famiglia Fausti, giunta dagli Stati Uniti, ha voluto compiere un gesto di profonda gratitudine: donare al Comune i cimeli appartenuti a Joseph, tra cui la giacca militare, le medaglie, le lettere inviate ai genitori e le fotografie in bianco e nero che raccontano la vita di un giovane tra due mondi.

 

A consegnarli al sindaco Roberto Luciani è stata la nipote, Mary Jo Marino, che con voce commossa ha ricordato: «Cossignano è sempre stato nel cuore di mio zio, e per noi è un onore che i suoi ricordi trovino qui una casa».

 

Il Comune custodirà ora questi oggetti, che saranno esposti nel nuovo museo civico dedicato alla memoria storica del paese. Un piccolo tesoro che non parla solo di guerra, ma di identità, di appartenenza, di un legame che ha saputo attraversare l’oceano e il tempo.

 

Nel gesto della famiglia Fausti si riflette qualcosa di più grande: la forza silenziosa delle radici, che, anche quando sembrano lontane, sanno sempre ritrovare la strada di casa.

 


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