di Filippo Ferretti
Gli imbrattatori sono tornati in azione in uno scenario da poco restituito al suo splendore originario. Neppure un mese fa, lo scorso settembre, era stato inaugurato in corso Vittorio Emanuele il Viale della Ceramica, grazie al restyling delle mura che cingono i giardini pubblici.
Ora è arrivata la doccia fredda: dopo infiniti complimenti e commenti di stupore e gratitudine rivolti sia all’Arengo che alla ditta edile Panichi per il lavoro svolto, il muro in travertino — ripulito in maniera egregia dopo decenni di affissioni e cartellonistica — è stato nuovamente sporcato.
Nottetempo, armati di bombolette spray, ignoti hanno imbrattato ciò che da poco ospitava una sorta di museo a cielo aperto, con 14 lavori in maiolica realizzati da 10 artisti del settore: gli stessi autori della vicina Scalinata Leopardi, arricchita un anno fa da 884 mattonelle.
Il gesto, che nelle ultime ore ha suscitato sconcerto e condanna unanime da parte della comunità ascolana, aggrava ulteriormente il fenomeno del degrado urbano messo in atto da teppisti e vandali contro le superfici del centro storico.
Particolarmente gravi risultano le scritte lasciate, con doppio colore, sulle mura appena restaurate: un atto che colpisce un luogo simbolico, frutto di un lungo lavoro volto a trasformare corso Vittorio Emanuele nel migliore biglietto da visita per i turisti in città.
L’intervento di riqualificazione, faticosamente portato avanti per creare un’esposizione permanente di opere in ceramica capaci di raccontare l’arte, la tradizione e il talento dei creativi locali, è stato dunque deturpato da un gesto tanto inutile quanto offensivo.
A seguito di questo ennesimo episodio di inciviltà, molti cittadini chiedono ora l’installazione di telecamere fisse e funzionanti nella zona, per evitare che ogni tentativo di valorizzare le ricchezze cittadine venga ancora una volta vanificato.
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