«La vendemmia è stata ottima, sia per qualità che per quantità»

OFFIDA - Pompilio D'Angelo, presidente della Vinea, commenta la stagione 2025 e prevedere una ottima produzione di vino sia bianco che rosso: «E qui nel Piceno l'80% dei vitigni sono coltivati con agricoltura biologica». Inizia la sperimentazione di vino dealcolato
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Vendemmia 2025, foto Facebook Vinea

 

di Pier Paolo Flammini

 

Pompilio D’Angelo, presidente Vinea

Dopo le annate complicate, il 2025 regala al reparto vitivinicolo piceno una buona notizia: si è appena conclusa la vendemmia e le aspettative per la qualità e la quantità del vino sono «ottime». Parola di Pompilio D’Angelo, presidente della Vinea, la società cooperativa che accoglie al suo interno i produttori vitivinicoli offidani e piceni.

 

 

«Una vendemmia a mio avviso ottima, che arriva dopo anni difficili a causa del clima e della peronosfera – ci dice – Bene sia per i vitigni bianchi che per quelli rossi come Sangiovese e Montepulciano. Quindi il tutto confluirà nelle produzioni delle nostre Doc più diffuse».

 

«I bianchi hanno beneficiato di escursioni termiche tra il giorno caldo e la sera più fresca, e questo ha favorito l’accumulo di profumi nell’uva, cosa che ritroveremo anche nei vini – continua – Per i rossi c’è stata una maturazione equilibrata, quindi buona acidità, buon colore e buon profumo dell’uva. Il clima ci ha consentito di intervenire nei momenti e nei modi giusti, a differenza delle precedenti stagioni quando, ad esempio, le forti piogge della tarda primavera non hanno consentito di seguire la vite come dovuto».

 

E passando dalla vendemmia invece alla domanda di vino, il tema si amplia al mercato mondiale: «Veniamo da anni di choc continui: prima il Covid, poi le guerre, poi i dazi. Questa incertezza ha fatto flettere i consumi e in tutto il mondo si è creato un accumulo della produzione vitivinicola. Quindi sarà opportuno riequilibrare la produzione, anche se nel nostro territorio la produzione per ettaro non è altra come in altre zone d’Italia che dovrebbero dunque agire, per evitare che vi sia una sovrapproduzione che è deleteria per tutti. Ricordo che da noi l’80% della produzione vitivinicola avviene secondo i canoni dell’agricoltura biologica, una delle quote più alte d’Italia e del mondo, e vogliamo continuare su questo sentiero perché è un elemento molto importante per il mercato».

 

«Dove dobbiamo migliorare è nella promozione dei nostri prodotti e nella ricerca di fonti di finanziamento. Dobbiamo attrarre visitatori attraverso l’enoturismo e l’enogastronomia: io credo molto in questo filone. E si sta sviluppando sempre di più il turismo verso le cantine senza dimenticare che iniziano a vedersi turisti anche in occasione del periodo della vendemmia. Tutto ciò può essere sia integrativo del reddito ma in qualche caso generare un reddito autonomo rispetto all’agricoltura: inoltre il ricavo è immediato, non legato ai tempi di acquisto della Grande Distribuzione o di Hotel» afferma il presidente Vinea.

 

Negli ultimi mesi si è iniziato a parlare anche di vino dealcolato: «Non bisogna pensare che sia una alternativa al vino. Va valutato come un prodotto diverso che verrà venduto in un mercato diverso. Per ora da noi è partita una sperimentazione per trovare la migliore tecnica di dealcolazione per le nostre uve. Inizieremo dal prossimo anno».


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