Il presidente Bernardino Passeri (foto Ascoli Calcio)
La settimana di avvicinamento al derby contro la Sambenedettese è iniziata ieri in casa Ascoli con la ripresa della preparazione al “Picchio Village” agli ordini di mister Francesco Tomei. Tuttavia, inevitabilmente le attenzioni sono state rivolte principalmente a discorsi extra-campo e, in particolare, alla decisione delle autorità competenti sulle restrizioni per l’accesso al “Del Duca” (per la sfida del 26 ottobre) e al “Riviera delle Palme” (incontro di Coppa del 29) per i tifosi bianconeri e rossoblù.
Proprio questo tema è stato al centro dell’ormai consueto dispaccio del presidente presidente del Picchio, Bernardino Passeri, arrivato a due giorni dall’1-1 arrivato in terra emiliana: «La mia amarezza non è figlia del pareggio di Carpi, ma della certezza che avremo due derby mutilati, privati della parte sicuramente più bella delle due sfide, cioè della presenza di entrambe le tifoserie. Dopo aver viaggiato tutto lunedì in giro per l’Emilia per incontri di lavoro, aver affrontato la difficile sfida del Cabassi ed essere rientrato in Ascoli ieri mattina in tempo per l’imponente riunione in Prefettura, ci siamo ritrovati a dover semplicemente prendere atto di quanto già deciso, delle restrizioni e di tutti i vincoli che ci aspettano. Se devo essere onesto, vivo tutto questo come una sconfitta personale e come una realtà svilente per Ascoli e per tutto il territorio. Un momento epocale, dopo 39 anni, sminuito e incasellato semplicemente come evento a rischio e quindi chiuso, di fronte a tifosi di calcio di tutto lo stivale.
I presidenti Massi e Passeri con il Questore Fusco
Capisco le motivazioni di tutti gli attori in causa – continua Passeri -, però rimane il fatto che uno dei derby più belli d’Italia si giochi con mille limitazioni e senza la “controparte”. Un’occasione che poteva rimetterci al centro della geografia calcistica per l’importanza e la bellezza diventa, invece, il messaggio universale che le nostre due tifoserie non ne sono ancora all’altezza. Personalmente ci ho lavorato tanto, ci abbiamo lavorato tanto anche insieme al Presidente Massi, ma non ci siamo riusciti, questa è la realtà».
(foto Emanuele Santori)
Dopo il pranzo congiunto su invito del vescovo Palmieri nella giornata di mercoledì 15 ottobre, le speranze del presidente bianconero erano evidentemente ben diverse: «In settimana abbiamo vissuto un pranzo bello, per lo spirito, per la rilassatezza e la condivisione con il Vescovo, i giocatori, le dirigenze, le amministrazioni e, soprattutto, gli splendidi ragazzi di Centimetro Zero; un pranzo che pensavo avesse posto altre basi, presto disattese. Oggi ci ritroviamo così, con due derby in pochi giorni e il senso di incompiutezza di entrambi, confido che ognuno faccia mea culpa, dai tifosi alle società, fino alle istituzioni che, forse, hanno scelto la strada apparentemente più semplice, spostando il problema altrove. Sono ben consapevole che il Del Duca non sia ottimale per ospitare questo genere di eventi, proprio per questo, nel weekend, avevamo fatto l’ennesimo sopralluogo, anche con il Capo di Gabinetto di Ascoli, per rendere il più sicuro possibile il Settore Ospiti e già avevo programmato gli interventi. Purtroppo tutto questo non è bastato. Rimane il rammarico. Ci saranno altre possibilità di fare questo derby?».
Nel suo dispaccio Passeri si è poi soffermato su alcune questioni di campo e di spogliatoio, elogiando il comportamento dei propri ragazzi e il lavoro dello staff tecnico: «Ora passiamo ad argomenti più piacevoli. Sono molto arrabbiato con il mister e il suo vice perché, in ogni intervista che fanno, riescono sempre ad anticiparmi, non sbagliano una dichiarazione e mi tolgono tutti gli argomenti che, invece, mi piacerebbe toccare in queste righe. Arrivare secondo, come sapete, non è una cosa che mi piace, ma a parte la battuta questa è l’ennesima dimostrazione di come ci sia una sintonia di pensiero, un feeling naturale tra quello che vivo io e quello che vive questo splendido gruppo. Allora non posso far altro che sottolineare quanto bello e simbolico sia stato il rigore di Corazza, l’attesa che gli è stata dedicata e l’esultanza condivisa tra gli spalti e i compagni, con un’esplosione spontanea della panchina che ha emozionato e coinvolto tutti. Per me, che vivo il gruppo da un’altra ottica, questa è la dimostrazione più bella, sia dello spirito che lo anima, sia dell’importanza di un ragazzo come Simone, un pilastro della squadra che, con il suo talento e la sua esperienza, ha tracciato la linea sin dal primo giorno di ritiro, e ne sono stato testimone; vedere il bene che ha trasmesso e quello che, domenica scorsa, ha ricevuto è un riconoscimento importante e un messaggio fortissimo».
I 500 tifosi bianconeri al “Cabassi”
Un commento, poi, sulla partita di Carpi: «Arriviamo alla partita di lunedì, all’ultima prova del fuoco che, secondo me, abbiamo superato. Per la prima volta in stagione siamo andati in svantaggio, siamo andati in difficoltà e abbiamo incontrato un’avversaria che per larghi tratti della partita ha provato a imbrigliarci, togliendoci il respiro. Devo fare i complimenti al Carpi ma, anche e soprattutto, ai miei ragazzi, che non hanno mai perso la bussola. È stata una sensazione strana andare in svantaggio, la reazione che ne è scaturita è esattamente quella che speravo, furiosa e produttiva. Ma il segnale ancora più incoraggiante è quello che ho percepito negli spogliatoi a fine gara e nei corridoi del Picchio ieri mattina. Ho visto dei ragazzi arrabbiati, determinati, che neanche per un secondo hanno pensato di festeggiare un pareggio, che in testa hanno solo un risultato e non accettano altro. Vogliosi di rimettersi a lavorare e ottenere di più. Non c’è l’opzione due per chi vuole solo vincere, come me e come loro, però, intanto, è stato importante non perdere; dobbiamo accettare che una battuta d’arresto fa parte del percorso di una grande squadra, oggi sono fermamente convinto di essere una grande squadra. Ci tengo anche a raccontare un aneddoto al riguardo, ieri mattina ho incrociato Rizzo Pinna, gli ho chiesto “come va?” e lui, forse quello che più di tutti poteva essere soddisfatto essendo l’autore del gol, mi ha risposto “poteva andare meglio Pres”. Questo la dice lunga sul tipo di gruppo che siamo diventati».
Dalla gara contro la Sambenedettese l’Ascoli potrà contare nuovamente su mister Tomei in panchina: «Quindi aspettiamo la prossima partita ed il ritorno in panchina del nostro mister, alla fine di questo lungo esilio, sofferto e gustato allo stesso tempo. Ne approfitto per ringraziare Mister Agostinone, che ha condotto egregiamente queste partite e ha guidato il gruppo attraverso sfide difficili e fondamentali per il nostro percorso. Non è scontato che un’assenza così lunga potesse passare “indolore”, non vorrei ripetermi, ma questa è un’altra cosa che aggiungo alla lunga lista di dimostrazioni che questo gruppo di giocatori, staff e collaboratori ci sta regalando ogni giorno».
Chiosa finale sui messaggi ricevuti a seguito del lutto subìto all’indomani di Ascoli-Pontedera: «Chiudo questo lungo Dispaccio con un doveroso ringraziamento: nei giorni che hanno seguito il doloroso lutto della settimana scorsa, ho avuto modo di leggere tutti (o quasi) i messaggi che si sono susseguiti anche sui social, tutti i commenti, i post e le note che hanno condito le pagine legate all’Ascoli e non solo. Un’ondata di affetto che mi ha scaldato il cuore, da tutti i club e i gruppi organizzati, dalla famiglia Rozzi a quella di mister Renna, con la certezza di dimenticare qualcuno, ma di aver, sinceramente, apprezzato tutti. Questa grande partecipazione, sono certo, ci darà una spinta ulteriore per affrontare le sfide che ci aspettano nella settimana prossima».
s.m.
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