Verso Ascoli-Samb/1 giugno 1986, l’ultimo derby al Del Duca e un “biscotto” indigesto

CALCIO - Quel giorno sfida dal valore doppio in Serie B: i bianconeri si giocavano la promozione, i rossoblù erano in lotta per non retrocedere. Alla fine fu uno 0-0 che fece scattare la "paradossale" contestazione degli ascolani nei confronti di giocatori e società, rei di aver favorito i "nemici"
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Zoboletti e Rozzi, presidenti di Samb e Ascoli

 

 

di Lino Manni

 

L’ultimo derby tra Ascoli e Samb è ormai un lontano ricordo. Sono passati 39 anni dall’ultima sfida, quella del campionato di Serie B 1985/1986. Era il 1 giugno 1986. L’estenuante campionato di Serie B (38 partite in totale) era alle battute finali. Allo stadio “Del Duca”, per la terz’ultima giornata del torneo cadetto, arriva la Samb con i suoi tifosi al seguito. Già, con i tifosi. Allora non c’erano limitazioni, tessere del tifoso ed altro. Chi voleva poteva andare allo stadio. È vero, c’era la curva sud e le due tifoserie potevano essere facilmente separate.

La Curva Sud del “Del Duca” nell’ultimo derby

 

Le due squadre erano agli antipodi della classifica: Ascoli nella zona alta e ad un passo dalla promozione in Serie A; Samb nella zona a rischio e impelagata nella lotta per evitare la retrocessione in C. Dunque, derby dal doppio significato: promozione in A per i bianconeri, salvezza per i rossoblù. I punti in palio erano di vitale importanza. Primo obiettivo per le due squadre era quello di non perdere perché, il punto (allora la vittoria ne valeva 2) era oro colato. Per entrambe.

 

La partita finisce in parità, 0-0, con un gol annullato al centravanti bianconero Francesco Vincenzi, un palo di Peppe Incocciati, con ben 6 ammoniti e l’espulsione di Trifunovic. Un pareggio pieno di emozioni che consentì all’Ascoli allenato da Aldo Sensibile, con Vujadin Boskov direttore tecnico, di essere promosso in A con 50 punti finali in classifica davanti al Brescia (47) e Vicenza (46). Vicenza che perse poi il diritto alla promozione per delibera della Caf. Al suo posto promosso l’Empoli. La Samb di mister Vitali raggiunse la salvezza grazie anche a quel punto di Ascoli. I rossoblù nelle ultime due partite riuscirono a battere il Palermo (4-1) nello scontro diretto al “Ballarin” e andò a vincere (2-1) sul campo del Genoa all’ultima di campionato chiudendo a 35 punti insieme al Cagliari e davanti al Palermo (34). Retrocedettero in Serie C Pescara, Perugia, Catanzaro e Monza.

I carabinieri sugli spalti

 

IL BISCOTTO

 

Ma quel 0-0, davanti a 15.000 spettatori,  fu considerato un “biscotto” dai tifosi bianconeri che non gradirono quel risultato. Nonostante il punto. Nonostante la promozione in Serie A. Al termine della partita il popolo bianconero contestò duramente la squadra. Se l’Ascoli avesse vinto, come auspicavano i suoi tifosi (e forse anche per i valori in campo), la rivale sarebbe retrocessa. Si verificarono scontri fuori dallo stadio, un vicepresidente dell’Ascoli uscendo dallo stadio fu colpito con un pugno in faccia in quanto ritenuto responsabile di aver “concordato” quel pareggio utile a tutti. Fischi polemici e lancio di monetine. Intervengono il presidente Rozzi e il direttore tecnico Boskov nel piazzale della tribuna ma è tutto inutile. Rozzi minaccia addirittura di mollare tutto.

 

L’Ascoli ha compiuto una grande impresa con la riconquista della A dopo un solo anno di B. Una impresa straordinaria vanificata da quel pareggio. L’allenatore slavo rimedia pure qualche spinta e qualche schiaffo. E pensare che Vujadin Boskov era abituato ai derby fra Real Madrid e Barcellona. Quella contestazione per lo 0-0 nel derby è stato forse l’unico caso della storia del calcio italiano in cui una tifoseria, che aveva appena conquistato la promozione nella massima serie, contestò la propria squadra, assediando i giocatori negli spogliatoi, perché rei di non aver infierito sull’eterno avversario. Era l’epoca di due presidenti gentiluomini, Costantino Rozzi e Ferruccio Zoboletti che non hanno mai nascosto la volontà di stemperare gli animi fra le due tifoserie.

Samb durante il riscaldamento

 

Da quell’ultimo derby le due squadre non si sono più incrociate (escluso un derby di coppa Italia). Per l’Ascoli è iniziato un lungo periodo d’oro; per la Samb un lungo periodo nero. L’Ascoli conquistò la terza promozione in Serie A, dopo quelle del 1974 con Mazzone in panchina e del 1978 sotto la guida di Renna; la Samb dopo quella salvezza, negli anni successivi, continue retrocessioni, fino alle categorie dilettanti e diversi fallimenti.

 

Il giorno dopo i giornali riportavano titoli come “Promossi e assediati” dando maggior risalto alle contestazioni piuttosto che alla promozione in A. Paradossalmente più delusione che gioia.

 

 

Barbuti al tiro

LE FORMAZIONI DI QUEL DERBY DELL’86

 

Ascoli: Corti, Destro, Cimmino (18′ st. Dell’Oglio), Iachini, Perrone, Trifunovic, Marchetti, Bonomi, Vincenzi, Incocciati, Barbuti (18′ st. Scarafoni). A disposizione Muraro, Giovannelli, Pochesci. All. Aldo Sensibile (direttore tecnico Boskov)

SAMB: Braglia, Petrangeli, Nobile, Ferrari, De Cicco, Annoni, Bronzini, Ranieri, Fattori (42′ st. Schio), Turrini, Di Nicola (32’st. Giunta). A disposizione Bonaiuti, Di Fabio, Manfrin. All. Giampiero Vitali

Arbitro: Paparesta di Bari

 

LA ROSA DELL’ASCOLI-PRESENZE-GOL

PORTIERI: Corti (37), Muraro 1

DIFENSORI: Cimmino 36 (2), Destro 30 (1), Perrone 32, Pochesci 5, Sabatini 8,

CENTROCAMPISTI: Agostini 15, Bonomi 36(3), Carillo (1), Dell’Oglio 18, Gaspari (3), Giovannelli 16 (1), Iachini 34 (4), Marchetti 30 (1), Pasinato 28 (3), Trifunovic 36 (5)

ATTACCANTI: Barbuti 31 (14), Incocciati 33 (10), Scarafoni 18, Vincenzi 34 (10)

 

Gli scontri dopo la partita

 

Barbuti e mister Sensibile

Titolo del giorno successivo

Gli scontri dopo la partita


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