di Marco Braccetti
Con l’avvicinarsi di Halloween torna l’allerta per la sorte dei gatti neri. Animali che, ancora oggi, vengono purtroppo associati a superstizioni e presunti rituali esoterici. Proprio ad Ognissanti, queste macabre prassi sembrano avere un periodo particolarmente propizio per il loro consumo, che spesso include anche pratiche estreme di maltrattamento dei felini.
Per questo, sia in Italia che all’estero, molte associazioni gattofile scelgono di sospendere le adozioni di esemplari dal manto scuro tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, periodo considerato particolarmente “sensibile”.
Anche nel territorio piceno l’attenzione resta alta. «Si tratta di un problema noto» spiega Antonella Polini, referente adozioni gatti dell’associazione “L’Amico Fedele”: realtà no profit che si occupa della cura di mici e cani trovatelli.
«Noi cerchiamo di prevenirlo applicando sempre il nostro rigoroso metodo di pre affido – prosegue – che prevede anche una visita domiciliare da parte dei nostri volontari».
Il controllo preliminare, racconta Polini, permette di valutare attentamente l’ambiente e le reali motivazioni delle famiglie candidate. «Qualcuno ci ha criticato per la severità del nostro metodo – aggiunge – ma lo facciamo esclusivamente per tutelare gli animali. È davvero difficile che un gatto finisca in mani sbagliate, anche se, naturalmente, nessuno ha la sfera di cristallo».
L’associazione, che gestisce anche il canile intercomunale “Quercia Ferrata” di Ripatransone, precisa di non avere notizia di episodi di maltrattamento o uccisione di gatti nella zona di San Benedetto e dintorni in questo periodo dell’anno. Tuttavia, i volontari segnalano alcuni ritrovamenti inquietanti nei boschi che circondano la struttura, situata in un’area isolata lungo la strada tra Grottammare e Ripatransone.
«Durante le passeggiate con i cani – racconta Polini – capita di imbattersi in tracce di strani rituali: lumini abbandonati, e una volta persino un manichino impiccato a un albero. Episodi che ci lasciano sempre turbati».
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