Ascoli piange la scomparsa di Tonino Forlini

LUTTO - Ateo, comunista ed idealista. Lavoratore e sportivo. L’eredità culturale per la città. Il suo esempio per le figlie nutrito degli ideali più alti e i principi più nobili. Domenica 26 ottobre l'ultimo saluto
...

 

 

di Walter Luzi

 

Antonio Forlini

Con Tonino Forlini se ne è andato, soprattutto, un grande idealista. Da militante non aveva mai smesso di credere, infatti, negli ideali più nobili del comunismo. “Quello marxiano, più che marxista” per dirla con le parole delle figlie, Rita e Ivana: «Integrato, arricchito dalla connotazioni più qualificanti, come la tolleranza e la fratellanza, del Cristianesimo».

Cioè, puro, ortodosso, concepito in nome dei valori della solidarietà, dell’uguaglianza, e del giusto progresso per tutti, rimasti, purtroppo, una utopia. Ma lui non aveva mai smesso di crederci.

Neppure dopo i fallimenti del modello sovietico, e quelli, ancora più deludenti, seguiti, nel nostro Paese, dopo la morte di Enrico Berlinguer e, soprattutto, dopo la storica svolta della Bolognina del 1991. Che fu traumatizzante anche per lui. Aveva, comunque, saputo trasmettere ogni suo più alto principio, sempre improntato al rigore, alla correttezza, e al rispetto degli altri, e che ha sempre caratterizzato ogni scelta della sua vita, anche alle sue due figlie.

Ivana, responsabile del centro di recupero per tossicodipendenti Ama Aquilone. E Rita, già insegnante di inglese in alcuni istituti cittadini, oggi nell’ufficio scolastico regionale dove si occupa di didattica della storia ed educazione alla legalità, e nel direttivo del comitato provinciale dell’Anpi da sempre, come vicepresidente vicario, del quale ha assunto, da pochi mesi, la guida.

 

Antonio, “Tonino” Forlini, classe 1936, aveva dovuto interrompere gli studi in Elettrotecnica subito dopo la prematura perdita della mamma. Aveva sempre lavorato come elettricista. Un artigiano che sapeva progettare e realizzare gli impianti elettrici a regola d’arte, come era orgoglioso di scrivere ogni volta nelle sue fatture ai clienti. Aveva sposato Antonia Proietti nel 1959.

Il diavolo lui, ateo e comunista, l’acqua santa lei, fervente cattolica praticante, nonché, a lungo, amata e valente pellicciaia nel suo laboratorio di Porta Cappuccina. in via nel centro di Ascoli. Un anno e mezzo fa se ne era andata anche lei.

 

Tonino teneva per la Juventus, di cui ricordava a memoria tutte le formazioni dell’ultimo mezzo secolo, ma anche quella del grande Torino annientato dalla tragedia di Superga. Grande amante dello sport, seguiva puntualmente in tv ogni grande avvenimento di tutte le discipline.

Le ultime gioie gliele aveva regalate Jannik Sinner, con il tennis azzurro tornato finalmente ai vertici mondiali. Anche se ormai ci vedeva molto poco, a causa di una maculopatia progressiva che lo aveva reso, dopo i problemi di ambulazione sofferti, quasi cieco.

 

Tonino Forlini insieme alla nipote Elisa, all’arrivo della sua ultima maratona, legato al braccio del suo compagno di squadra. Era il 9 aprile 2017 e s classificò primo nella categoria over 80

Sempre presente alle Maratonine Cento Torri con la sua società, Ascoli Marathon, aveva corso, ad ottant’anni, da ipovedente, la sua ultima maratona cittadina, legato al polso del suo grande amico Gianfranco Corradetti. (Nella foto accolto quel giorno al traguardo dalla sua unica nipote donna, Elisa).

 

Lettore appassionato, cultore della poesia e dei classici della Letteratura italiana, non si era mai voluto adattare negli ultimi anni all’ausilio degli audio libri, innamorato com’era delle pagine di carta da sfogliare, da respirare con i profumi della stampa, da divorare, come aveva insegnato presto a fare anche alle sue figlie.

La maggior parte dei volumi della sua immensa biblioteca di una vita intera, l’aveva da poco donata all’associazione culturale “Note a margine” della Bottega del terzo settore ascolana. Mentre quelli più politici, come le storiche collane Einaudi, degli Editori riuniti, e della storia del Pci firmata da Paolo Spriano erano già state destinate, invece, alla locale sede dell’Anpi.

 

La sua eredità morale e culturale per la città intera.

Manifestante pacifista convinto, con tutta la sua famiglia, fin dai tempi della guerra del Vietnam, conservava ancora gelosamente la sua prima tessera di iscrizione al comitato provinciale del Partito Comunista Italiano. Era dell’anno 1954. A casa sua si è respirato, grazie anche alla abituale frequentazione di amici e belle persone come, fra gli altri, i Perini, sempre antifascismo. Che è fatto, essenzialmente, di onestà, libertà, giustizia e umanità, contro ogni forma di sopraffazione. Tutte, seriamente, calpestate. Oggi. Di nuovo. Più che mai.

 

Domani, 26 ottobre, si terrà il saluto laico di commiato alle ore 18, presso la Casa Funeraria Damiani, dove è stata allestita la camera ardente


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




X