di Pier Paolo Flammini
Tifosi Samb
Tre punti in 7 partite avrebbero steso tutti, ma il calcio non è una scienza e il bicchiere che diventa progressivamente sempre più mezzo vuoto lascia intravedere anche qualche dolcezza, sempre più rinviata. Il divario tra il gioco o almeno le occasioni create e quanto ottenuto sta diventando il vero elemento distintivo di questa Samb, che ad eccezione della strana partita di Campobasso ha sempre ottenuto meno di quanto espresso. Squadra giovane, con quasi tutti esordienti in Serie C, se vediamo la classifica (a -3 dai play off e +4 dai play out) siamo pienamente in linea da quanto auspicato dai più avveduti, ma anche molto al di sotto di quanto meritato.
Poi il calcio non è una scienza, dicevamo, ma è vero che alla fine è figlio della matematica: vince chi segna un gol più degli altri. E di gol la Samb ne sta facendo pochi e soprattutto una frazione rispetto alle occasioni create. Quando poi, come contro il Pineto, si finisce di subire una rete da un traversone neppure teso, sembra che tutto congiuri contro.
Il leggero margine sui play out, in attesa che si completi la giornata “spezzatino” (giocare così tante partite di Serie C la sera in inverno è una specie di respingimento per i tifosi), non deve ingannare però perché Perugia e Livorno, ad esempio, saranno squadre che tenteranno di tutto per recuperare, e hanno già sterzato con l’arrivo dei nuovi allenatori. Anche la Samb non sarà ferma a gennaio, ma manca ancora oltre un mese e quattro partite che daranno una indicazione diversa del girone di andata.
LA NOVITA’ Fin qui, nonostante mille chiacchiere, la Samb è stata una formazione camaleontica, che paga forse un errore di impostazione estiva che si sta cercando di risolvere e che la sfida contro il Pineto può aver aiutato a superare in parte.
La Samb, sulla scia dello scorso campionato, è stata impostata per il 4-2-3-1 come modulo base. L’elemento cardine di questo modulo resta la sottopunta: ideale per Alessandro Sbaffo, che però è arrivato in ritardo di preparazione per le note vicende fisiche, e con Nouhan Touré che sembrava adatto ad aggredire gli spazi preparati da Eusepi grazie allo scatto breve e in profondità. Mancava però la pedina dell’esterno sinistro: Battista non regge i novanta minuti, Martins, arrivato addirittura dalla Serie A seppur molto giovane, è parso più che acerbo. Se ci aggiungiamo che in mediana c’era un solo incontrista (Candellori) e un regista (Alfieri), ecco che lo sforzo propositivo costante e l’aggressione sistematica al portatore palla, tratto distintivo di questa Samb quasi sempre piacevole da vedere, ha messo in crisi l’equilibrio della squadra.
Si è virato verso un più pratico 4-3-3, risolvendo così sia il problema dell’esterno sinistro (Nouhan ha giocato in quel ruolo a Teramo, e non brillava già inizialmente come sottopunta con diverse occasioni sbagliate), che della sottopunta, e lanciando Moussa Touré a centrocampo. Sono arrivate tre vittorie consecutive interrotte dalla sfida contro il Ravenna: una partita maledetta condizionata da errori arbitrali gravi di Castellano da Nichelino. Partita però che innesta una serie di complessive quattro sconfitte: una svagata, contro il Livorno, con la testa al derby di Ascoli (tanto che non vengono schierati i diffidati), il derby ad Ascoli il 26 con tanti errori sotto porta, quella sfortunata in casa contro il Guidonia dopo il secondo errore dal dischetto stagionale.
Ma già col Guidonia Palladini ha iniziato a sentire che qualcosa non andava, e ha corretto la squadra col 3-5-2 a partita in corso. Si è andati a Campobasso e si è giocata la peggior partita dell’anno: forse per la paura (tantissimi errori difensivi), forse per il modulo iniziale, il 4-3-1-2 che non ha funzionato per nessuno dei tre attaccanti. Anche qui Palladini decide di passare dopo mezz’ora al 3-5-2, con Sbaffo mezzala, e le cose vanno un po’ meglio, anche se il pareggio raggiunto all’ultimo minuto da Marranzino su punizione rappresenterà l’unico punto conquistato in maniera veramente sporca.
Ecco infine le ultime due partite: un rapporto di 6 occasioni da gol a 2 con la Ternana, di 10 a 1 (e mezza…) col Pineto. Ma un 4-3-3 che con la Ternana è diventato 4-4-2. Da qui uscirà una nuova Samb, chiamata a totalizzare (almeno) 6 punti nelle ultime 4 partite per riempire un po’ di più il calice. Perché Marranzino va a giocare nel suo ruolo, Konate può fare l’esterno di centrocampo, e davanti oltre alla coppia Sbaffo-Eusepi come attaccanti (sarebbe corretto parlare di 4-4-1-1) ci sono rincalzi adatti al ruolo come Nouhan Touré, Iaiunese e perché no anche Konate.
Il 4-4-2 va a sopperire a una certa mancanza numerica di centrocampisti: anche se in rosa ne sono 8 (più Paolini e Marranzino all’occorrenza), si è pensato a una coppia di centrocampisti e doverne schierare 3 (4-3-3 o 3-5-2) determina un rischio in caso di assenze. Allo stesso modo, con Sbaffo in campo, non diventa indispensabile la figura del regista (Alfieri, Bongelli) delegando questo ruolo al Re Leone, purché ci siano inserimenti dei centrocampisti alle aperture di Sbaffo ma anche di Eusepi (Konate, Marranzino, Candellori).
ARBITRO COPPA ITALIA Mercoledì per la partita Samb-Union Brescia (ore 20,30) dirigerà l’incontro Fabio Rosario Luongo di Frattamaggiore; assistenti Giulia Tempestilli di Roma 2, Manuel Cavalli di Bergamo, Valerio Pezzopane di L’Aquila
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