Gli errori della miglior difesa: l’analisi tattica dei gol dell’Arezzo (Foto)

SERIE C - Come sono nate le azioni che sono costate al Picchio lo scontro diretto: prima ripiega male Damiani, poi l'errore è di Curado. Ma la capolista è micidiale
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L’esultanza di Pattarello al “Del Duca” (fonte: Instagram Pattarello)

 

di Andrea Pietrzela

 

Nel calcio i big match, si sa, spesso sono decisi dagli episodi. Piccoli dettagli che, in caso di gara equilibrata, fanno pendere la bilancia da una parte piuttosto che dall’altra.

 

Ascoli-Arezzo 0-2 in tal senso è una partita emblematica: dopo l’analisi tattica del gol di Milanese contro la Samb, vediamo, di seguito, i dettagli che hanno portato alle reti decisive di un altro match molto atteso.

 

 

Dopo un primo tempo equilibrato e un avvio di ripresa giocato a ritmi più alti, per l’Ascoli il primo campanello d’allarme suona al minuto 67, quando Tavernelli conclude un buon contropiede – un 4 contro 3 a palla scoperta – con un tiro debole fermato da Vitale.

 

È il preludio al vantaggio dell’Arezzo che arriva con Pattarello cinque minuti più tardi, al 72′, quando Varela conduce un altro contropiede e apre sulla sinistra per Righetti, autore dell’assist. Il terzino sinistro amaranto stoppa e crossa in due tocchi: bravissimo a non ritardare la giocata. Nel momento in cui Righetti riceve palla, Pagliai è in ripiegamento ma in netto ritardo. E in mezzo Rizzo e Damiani – in ripiegamento anche lui -, sono attratti dal pallone e restano distanti – troppo – da Cianci e Pattarello (foto).

 

(fonte: YouTube Serie C

 

L’errore è concettuale: Damiani, ritrovatosi a fare il centrale, guarda la palla e non gli uomini. O meglio, si preoccupa degli avversari accorrenti al limite dell’area, perdendosi Cianci – con cui aveva iniziato la corsa a inizio azione – alle sue spalle, che viene preso da Rizzo. Rizzo che però, dato il ritardo di Pagliai, si ritrova su due uomini: Cianci e Pattarello, che arriva a fari spenti dalla sinistra.

 

Tutto parte dunque dal centrocampista, che avrebbe dovuto “restare incollato” a Cianci permettendo a Rizzo di andare su Pattarello. In attesa di Pagliai. Ma Damiani sbaglia lettura e tutto il resto accade a cascata. Quando parte il cross, il 4 bianconero è nella terra di nessuno, Rizzo è su Cianci – ma di spalle a Pattarello – e Pagliai sta rientrando, con la postura rivolta verso il pallone. Per il 10 amaranto è un gioco da ragazzi mandarlo fuori tempo per poi colpire, con grande qualità, al volo (foto).

 

 

Vero è che se Damiani avesse difeso come descritto, sarebbe rimasto più libero uno dei due giocatori dell’Arezzo al limite dell’area. Ma questo è il rischio che corri se concedi un contropiede: in questi casi bisogna innanzi tutto difendere i pericoli numero uno, quelli cioè nel cuore dell’area di rigore.

 

Nel secondo gol, complice la minore lucidità, l’errore sembra ancor più grossolano. Curado si stacca dalla linea difensiva per respingere un pallone che però viene regalato all’Arezzo, che ne approfitta e con tre tocchi rapidissimi lancia Chierico nel buco lasciato libero dal centrale. Per coprire Alagna deve stringere e Rizzo ripiegare, ma ormai è troppo tardi. Il centrocampista ospite si invola verso Vitale e realizza la rete del definitivo 0-2.

 

L’Arezzo, in sostanza, ha approfittato di due spazi vuoti lasciati al centro della difesa da capitan Curado, il primo perché era in proiezione offensiva e il secondo dopo un’uscita sbagliata. E la squadra ha ripiegato male, soprattutto nella prima occasione quando si poteva difendere con più ordine. Si tratta, come detto, di dettagli, di situazioni di gioco da tenere a mente per le prossime partite. Fermo restando che quella bianconera rimane comunque la miglior difesa del torneo – e di tutti e tre i gironi – con soli 6 gol subiti in 15 partite (nel gruppo B seguono proprio l’Arezzo e il Guidonia con 9 reti al passivo).

 

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