di Adriano Cespi
Indicatori negativi. E una fotografia da capoluogo in forte crisi economica e sociale. Ascoli e provincia da anni fanno i conti con una delle recessioni più pesanti mai vissute dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi. Senza purtroppo riuscire a riemergere, a tirarsi fuori da questo buco nero, a rilanciarsi industrialmente e commercialmente. Tasso di disoccupazione da profondo sud (14,5% ad Ascoli, mentre nelle Marche siamo al 7,7% e in Italia al 10,7%: fonte Cgil); 60 persone, ogni giorno, si rivolgono alla Caritas per usufruire di un pasto caldo presso la mensa Zarepta, e 843 cittadini, principalmente ascolani, bussano alla porta dell’Emporio della Caritas in cerca di generi alimentari, vestiti, prestazioni sanitarie; 36 famiglie percepiscono il reddito di dignità del Comune (400 euro al mese) ed altri 177 nuclei familiari accedono al Reddito di inclusione dello Stato (250 euro circa); 600 persone si rivolgono all’Ambito sociale di Spinetoli per ottenere un contributo economico per pagare le bollette. Ma non solo, il reddito medio per abitante degli ascolani è il più basso della regione: con 20.173 euro il capoluogo Piceno si posiziona all’ultima posto, dietro Pesaro con 22.533 euro per abitante, Macerata con 22.915 euro e Ancona, la più ricca, con 24.321 euro pro capite. E 619 tossicodipendenti, quotidianamente, si affidano alle cure del Sert per curarsi contro la dipendenza da eroina, cocaina, alcol.
Uno scenario desolante al quale si contrappone una classe politica impotente, incapace di trovare soluzioni, di brillare per progetti e idee innovative. Cosa fare? Come reagire a tanto degrado? Il rischio, infatti, è quello che tanti ascolani e piceni, pur di andare avanti, di riuscire ad arrivare a fine mese, si mettano nelle mani di criminali senza scrupoli, degli usurai.
Lotta all’usura, un’associazione in prima linea
Per questo è nata un’associazione onlus, la Fondazione Antiusura Mons. Traini, che ogni giorno riceve famiglie ascolane e della provincia e le aiuta a non cadere nella morsa degli strozzini. Attraverso veri e propri aiuti economici. «Da noi vengono famiglie, piccoli imprenditori sul lastrico, negozianti in difficoltà, operai e impiegati che hanno perso il posto di lavoro -spiega il presidente Edio Costantini– e li affidiamo ai consigli dei nostri collaboratori-volontari, ex bancari, commercialisti ma anche avvocati, che, gratuitamente, pianificano azioni d’intervento ad hoc per ognuno di loro. Certo, non possiamo arrivare a tutti, ma diciamo che su un centinaio di richieste di aiuto, un buon 70% ottiene una risposta concreta». Risposta che si tramuta in soldi, in prestito con un tasso d’interesse molto basso. «Chi viene da noi -continua Costantini – è gente con l’acqua alla gola, disposta a tutto pur di risolvere i propri problemi: mutuo della casa da pagare, prestiti da restituire a tre, quattro finanziarie per coprire spese come auto, viaggi, vestiti, debiti contratti col gioco d’azzardo. Insomma, cittadini pronti a finire nelle grinfie degli usurai. Cosa che noi cerchiamo in tutti i modi di evitare attraverso un’attività di prevenzione più che di cura». Ed è questo il metodo migliore per intervenire, aiutare finanziariamente chi ne ha bisogno prima che finisca nel baratro. «La nostra attività è possibile grazie all’aiuto dello Stato – sottolinea Costantini -. Infatti, attraverso fondi pubblici possiamo interagire come garanti con quelle banche convenzionate che altrimenti mai aprirebbero linee di credito. Sto parlando sempre di persone indebitate fino al collo, con precedenti negativi con gli istituti di credito, che in sostanza non hanno rispettato le scadenze delle rate».
Edio Costantini
Come opera la fondazione la fondazione
Ma entriamo nel concreto e vediamo come opera la Fondazione Mons. Traini. «Arriva un capofamiglia e ci illustra il suo problema – racconta Costantini -, noi lo ascoltiamo e quindi lo affidiamo ai nostri consulenti. A quel punto parte un’analisi della persona che abbiamo davanti. Se non ha un lavoro interveniamo attraverso i contributi privati che ci arrivano, vedi 5 per mille o regalie varie, ma più che pagare l’affitto, le bollette, o qualche rata di mutuo, non possiamo. Se, invece, davanti a noi c’è una persona con stipendio, ma che non riesce a far quadrare i conti perché troppo indebitato, a quel punto pianifichiamo un prestito bancario, 30, 35 mila euro, ma anche di più in alcuni casi, che riesca a metterlo al sicuro con un piano di rientro molto soft, ad esempio di 7 anni e con rate da 150, 180 euro al mese. Sul prestito, poi, le garanzie, fino addirittura all’80% della cifra complessiva, le mettiamo noi. La banca, quindi, è sicura che, male che vada, ma non è così perché le persone che decidiamo di aiutare sono sempre serie e affidabili, la maggior parte della somma prestata la riavrà indietro». Un’attività davvero meritevole quella della Fondazione Mons. Traini che si pone in prima linea nella lotta all’usura. «Ribadisco – conclude Costantini -, chi si rivolge a noi ha l’acqua alla gola. Per loro rappresentiamo l’ultimo scoglio a cui aggrapparsi, per non affogare, per non finire, insomma, nelle mani degli strozzini. E noi, fin dove possiamo, garantiamo interventi concreti».
Martedì convegno sul sovraindebitamento
Intanto, martedì la Fondazione Mons. Traini, nella persona del suo presidente Edio Costantini, parteciperà al convegno sul sovraindebitamento che si terrà alle 11 presso la sala consiliare del Comune di San Benedetto.
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