Arrigoni (Lega)
boccia Celani (Forza Italia):
«Non rappresenta il rinnovamento»

ASCOLI - Dopo l'investitura dell'attuale vice presidente del Consiglio regionale da parte di Tajani, il commissario della Lega Marche: «Prossimo ai 70 anni e con un'ultraventennale militanza partitica, non rispecchia la voglia di cambiare degli ascolani»
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di Adriano Cespi

«Piero Celani non è il candidato giusto per il centrodestra unito. Non rappresenta la sintesi tra esperienza e rinnovamento perché se da amministratore, dieci anni sindaco e ora vice presidente del consiglio regionale, incarna in pieno la prima caratteristica; da politico, prossimo ai 70 anni ed una ultra ventennale militanza partitica, non rispecchia di certo la voglia di cambiamento non solo nostra, ma degli stessi ascolani».

Paolo Arrigoni (Lega)

Il senatore Paolo Arrigoni, commissario regionale della Lega, non ci va giù morbido nel commentare la decisione dei vertici regionali di Forza Italia di affidare la scelta del candidato sindaco azzurro al vice presidente del partito, Antonio Tajani, in procinto di “incoronare”, appunto, il consigliere regionale. E la sua è una dichiarazione che non lascia spazio a doppie interpretazioni: «Se bocciamo Celani? Certo. E non è solo la Lega a dire no a questa candidatura – ribadisce Arrigoni – anche all’interno di Forza Italia di Ascoli in queste ore stanno emergendo forti dissensi sul suo nome». Dissensi non certo segreti e che fanno riferimento ai rapporti non certo idilliaci che intercorrono tra l’assessore comunale Giovanni Silvestri (8% alle ultime elezioni comunali del 2014 con la sua lista civica) e lo stesso Celani e tra il sindaco Guido Castelli (rieletto all’Arengo col 59% di consensi) ed il consigliere regionale.

CENTRODESTRA VERSO LA SPACCATURA? – A questo punto una domanda non possiamo non porcela: il centrodestra rischia di spaccarsi? E se sì, come? Forza Italia da una parte con Celani e Lega dall’altra con Andrea Antonini? E Fratelli d’Italia come deciderà di schierarsi? Ma non basta: le varie liste civiche di espressione forzista: “Forza Ascoli” dell’assessore al Personale, Giovanni Silvestri; “Pensiero Popolare Piceno” dell’assessore all’Urbanistica, Luigi Lattanzi; “Noi di Ascoli” dell’assessore allo Sport, Massimiliano Brugni; “Ascoli nel futuro” dell’ex assessore Valentino Tega, che posizione assumeranno? E, infine, il primo cittadino Guido Castelli, che sponsorizza la candidatura a sindaco del suo vice, Donatella Ferretti, come si posizionerà, visti i suoi rapporti non certo idilliaci con lo stesso Celani? Insomma, lo scenario che ne emerge è quello da impasse totale. Da matassa inestricabile. Almeno all’interno di Forza Italia.

Piero Celani (Forza Italia)

TAVOLO REGIONALE O TAVOLO NAZIONALE? – Situazione che potrebbe spingere i vertici regionali del partito: il coordinatore Marcello Fiori, e il senatore Andrea Cangini, a consegnare la scelta del primo cittadino ai vertici nazionali del centrodestra: ovvero al presidente del Parlamento Europeo, Tajani (capolista di Forza Italia alle prossime elezioni europee di maggio nella circoscrizione Marche-Lazio-Toscana-Umbria) che, insieme al ministro dell’Interno e leader della Lega, Matteo Salvini, ed al presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, andrebbero a formare quel tavolo nazionale, slegato da eventuali ingerenze e pressioni locali, da sempre proco gradito alle realtà periferiche, Ascoli in primis. Assicura Arrigoni: «I margini perché la scelta resti sul tavolo regionale ci sono e sono ancora ampi, ma è necessario che i partiti trovino una quadra, ed al più presto. E’ indispensabile, insomma, individuare un candidato che sappia rappresentare il lavoro di sintesi dell’intera coalizione».


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