La scuola tra presente e futuro
Regge il “patto” con le famiglie
«A settembre servirà personale»

ASCOLI - Momento difficile per chi lavora tra i banchi in tempi di Coronavirus. La dirigente dell'Isc Ascoli Centro Valentina Bellini: «Bene con la modalità didattica online, anche se non è la stessa cosa. Preoccupata per l'impatto psicologico dei bambini»
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di Stefania Mistichelli 

Incremento di dotazione tecnologica ma soprattutto di personale. Di questo avranno bisogno le scuole quando il prossimo anno riapriranno, si spera, con una certa regolarità dopo l’emergenza Coronavirus, seppur con le dovute cautele e con le interruzioni che forse si riterranno necessarie nel corso dell’anno. Ne è convinta Valentina Bellini, dirigente dell’Isc Ascoli Centro, che come tutti da subito si è attivata per far sì che il patto educativo tra scuola e famiglia non si sfilacciasse.

Valentina Bellini (Foto Vagnoni)

«Il criterio che ho adottato io -spiega- è stato quello di cominciare per piccoli passi, perché tutti, sia lato docenti sia lato genitori, eravamo in fibrillazione ma anche digiuni sulle modalità, su come si potesse erogare efficacemente la didattica a distanza. Il nostro obiettivo, fin da subito, è stato quello di tenere attiva la curiosità, l’impegno, la scansione temporale di questi bambini che sono stati fortemente compromessi nella loro capacità di crescita. Detto questo, siamo tutti consapevoli che fare didattica a distanza non equivalga a fare scuola».
Come successo per tutti gli istituti, il primo strumento utilizzato è stato quello del registro elettronico. «In una prima fase – aggiunge la Bellini – ci siamo affidati al registro elettronico “Nuvola”, che già veniva utilizzato e che è stato molto implementato. Adesso grazie al grande lavoro della nostra animatrice informatica Piera Bartolomei (che sta sostenendo tutti) stiamo entrando a regime con la piattaforma WeSchool, che permette di fare lezioni live. La piattaforma che, ripeto, non sostituisce la scuola, ha il merito di mantenere le relazioni tra ragazzi e maestre e anche all’interno della classe. Il passaggio delle nozioni sta andando bene anche con registro Nuvola (il registro elettronico, ndr), ma grazie alle lezioni online raggiungiamo anche altri obiettivi, facciamo spiegazioni e stiamo tutti insieme».

La scuola media “D’Azeglio”, oggi chiusa (Foto Vagnoni)

Il grande problema è quello del divario all’interno delle classi che rischia di aumentare perché in questa fase importantissimo è il ruolo delle famiglie. «Ci sono famiglie – chiarisce la dirigente – che per motivi socio-economici o per motivi culturali non possono seguire i bambini in questa fase: c’è chi non ha la connessione o chi non ha abbastanza supporto tecnologici, oppure ci sono bambini normalmente poco seguiti e che adesso sono ancora più penalizzati. Il lavoro di oggi è teso a creare meno divario possibile. A questo proposito ci sono maestre o docenti di sostegno che ogni giorno telefonano o fanno videochiamate ai ragazzini; il lavoro è davvero certosino e capillare».
In questo contesto, va considerata innanzitutto la salute psicologica di bambini e ragazzi. «Sono molto preoccupata per l’impatto psicologico dei bambini in vista del prossimo anno,  al di là delle strumentalità che saranno importanti -ammette la Bellini-. Il ministero ci ha promesso tantissime risorse per i mezzi digitali, ben vengano. Ma alle scuole, quando potranno riaprire, servirà personale. Noi dovremo recuperare sulla didattica in presenza. Serviranno tante docenti in più per attivare un didattica personalizzata, per tentare di lavorare su quel divario che si sarà creato, ma anche sulle relazioni che saranno da riallacciare».


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