Mauro Bochicchio (Foto Andrea Vagnoni)
di Claudio Felicetti
E’ già sul tavolo del sindaco Mauro Bochicchio la richiesta di pagamento della somma di 81.167,25 euro presentata con sollecitudine dalla ditta “Le Querce” di Gaudenzio Lunerti quale risarcimento danni (sentenza Tar pubblicata il 2 maggio scorso) per il tardivo rilascio del permesso per realizzare un distributore di benzina in via della Liberazione, nella zona Selvette.
Lunerti, che ha già annunciato appello al Consiglio di Stato per avere il resto degli 800.000 euro chiesti al Tar, ha dato tempo all’amministrazione comunale fino al 31 del mese.
Ovviamente, i tempi dell’ente sono più lunghi e il pagamento alla società potrebbe slittare di qualche mese, con ulteriore aggravio di costi.
Gaudenzio Lunerti
In verità, la somma è stata accantonata in un apposito capitolo del bilancio, ma occorreranno i consueti passaggi in Consiglio comunale per averne la disponibilità ai fini del mandato di pagamento.
Probabilmente, entro fine maggio verrà approvato il conto preventivo 2020.
Mentre entro giugno prossimo l’assemblea dovrebbe votare il conto consuntivo 2019 con il riconoscimento del debito fuori bilancio.
Di certo, in Comune, sindaco e maggioranza tirano un sospiro di sollievo per aver limitato i danni al minimo e scongiurato il temuto default dell’ente nel caso di un maxi risarcimento.
Intanto, sul caso distributore interviene anche il circolo Pd lamense con alcune dichiarazioni che riaccendono lo scontro con il sindaco Bochicchio.
In particolare, il Pd punta l’indice contro il primo cittadino per il cambio del legale deciso «a pochi mesi dalla sentenza e quando i giochi ormai erano fatti», assegnando poi «un incarico a un suo avvocato di fiducia con un compenso, e quindi un costo per le casse comunali, di 9.811 euro».
Singolare anche la ricostruzione dell’avvio del contenzioso, partito con una petizione popolare che avrebbe generato «attente riflessioni da parte degli amministratori» dell’epoca, «causando quella che poi si rivelò una spirale di rinvii e ritardi».
Immediata e durissima la replica di Bochicchio: «Leggo dal nuovo Pd di Castel di Lama una marea di baggianate che dimostrano solo la disonestà intellettuale del “nuovo corso” che si è aperto dopo le elezioni di giugno 2018.
Patrizia Rossini
Questa amministrazione ha ereditato dalle precedenti guidate da Patrizia Rossini e Francesco Ruggieri una bomba che se fosse esplosa avrebbe “ammazzato” la nostra comunità.
Dopo aver perso per ben sette volte (2 sospensive e 5 giudizi di merito al Tar, una sentenza del Consiglio di Stato, ndr), la nostra missione era chiara: disinnescare la bomba facendo meno danni possibili.
Questo risultato è stato raggiunto. Voglio però specificare che la revoca dell’incarico all’avvocato precedente ha rappresentato un risparmio e non un ulteriore costo, come invece bugiardamente vorrebbe far credere il Pd lamense.
Ricordo a tutti che al nostro insediamento la difesa del Comune era stata affidata al costo complessivo di oltre 31.000 euro. L’incarico si componeva di quattro fasi, di cui solo le prime due erano state svolte; rimanevano quindi da svolgere le restanti due che, tra l’altro, erano quelle più impegnative e conseguentemente le più costose.
Il Comune di Castel di Lama
E’ quindi falso – prosegue Bochicchio – affermare che abbiamo dato un incarico a un nuovo avvocato a giochi fatti, come è altrettanto falso affermare che abbiamo caricato di un ulteriore costo le casse comunali.
La realtà è invece un’altra: l’incarico al nuovo legale ci ha fatto risparmiare quasi 7.000 euro di parcelle (compresa iva, spese e cassa avvocati)».
«Putroppo – conclude il primo cittadino – dal Pd non sento alcuna autocritica né scusa per i danni che ha dovuto patire la comunità per quelle scelte sbagliate e reiterate.
E’ troppo comodo appellarsi al nuovo corso, se poi non si ha il coraggio di prenderne chiaramente le distanze. Troppo stupido, e a tratti imbarazzante, ignorare le sette sconfitte in tribunale e derubricare tutto come scelte dovute ad “attente riflessioni” motivate da una raccolta firme.
Tra l’altro i firmatari di quella petizione, ahimè, sono stati trattati come dei fantasmi, visto che quelle firme non risultano depositate al protocollo del Comune e, peggio ancora, neanche citate nella famosa delibera di giunta 55 del 2010, che ha dato il supporto politico alla più grande follia amministrativa del nostro Comune, costata finora 165.000 euro, (tra risarcimento danni, risarcimento spese legali della controparte e spese legali sostenute dall’ente)».
Sentenza “Le Querce”: Bochicchio rompe il silenzio e tira fuori nomi e responsabilità
Tardivo rilascio autorizzazione, il Comune dovrà pagare 80.000 euro alla ditta “Le Querce”
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