Che ne sai tu di un campo di grano?
I nostri cani e il temuto “forasacco”

I CONSIGLI per evitare che i nostri amici a quattro zampe possano avere problemi con la spiga che può spostarsi all’interno dei tessuti. L’estrazione può essere effettuata solo da un medico. Quattro mosse per prevenire il problema
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di Maria Assunta Mandozzi* 

Il periodo estivo, e con esso la crescita e la maturazione delle graminacee (grano, avena, orzo) inaugurano  il temuto periodo dei forasacchi per i nostri amici a quattro zampe.

Maria Assunta Mandozzi

Il forasacco è una parte,  più o meno completa, di una spiga  (infiorescenza delle graminacee) che durante passeggiate e corse dei nostri pets possono  insidiarsi in numerose parti del corpo degli stessi provocando sintomi eterogenei da corpo estraneo. Le graminacee selvatiche che si incontrano nei campi incolti o lungo i bordi delle strade (anche in città) sono le protagoniste di questo nostro approfondimento.

I soggetti più a rischio sono più i cani (rispetto ai gatti), a pelo lungo e lanoso (rispetto a quelli a pelo raso), con orecchie pendule (rispetto alle orecchie dritte) ma queste sono solo statistiche.

La prerogativa pericolosa di questa spighetta, apparentemente insignificante, è la sua capacita di “camminare” spostandosi all’interno dei tessuti creando tragitti fistolosi, cavernosi, più o meno profondi attraverso i quali possono raggiungere organi diversi compromettendone la normale funzionalità se non bloccate tempestivamente nel loro tragitto.

Il forasacco

Durante le sfrenate e felici corse  dei cani le spighe possono ancorarsi al pelo e da lì iniziare il loro percorso perforando la cute o insinuandosi nelle cavita oculari, auricolari, nasali, buccali o nelle zone ascellari, inguinali o molto comunemente fra gli spazi interdigitali.

Si rendono responsabili  di sintomi facilmente percettibili quali cherato-congiuntiviti e forte lacrimazione,  scuotimento ripetuto della testa, deambulazione con la testa inclinata da un lato, starnuti ripetuti con epistassi monolaterale, tosse secca persistente,  secrezioni purulente interdigitali o della zona  perianale, zoppie, leccamento ripetuto di zone precise del corpo.

I sintomi possono essere anche molto più gravi se l’intervento  del proprietario non è tempestivo  può evolvere  in menomazione (sordità o cecità) o  nella morte del soggetto (difficoltà respiratoria, emorragie) causate dal coinvolgimento  di organi interni vitali.

L’estrazione del forasacco può essere effettuata solo da un medico veterinario con adeguate attrezzature e tutto ciò che un proprietario può fare è quello di portare il paziente dal proprio veterinario di fiducia al primo sorgere del dubbio che il cane possa aver preso una spighetta. La tempestività riduce notevolmente la gravità dei danni tissutali, riduce la probabilità di dover ricorrere ad una chirurgia per la rimozione del corpo estraneo e annulla la mortalità.

Detto questo io sono per un’accurata, oculata e possibile prevenzione e questa può essere attuata dai proprietari in 4 semplicissime mosse:

1 – Nei periodi estivi evitare prati con erba alta e incolta, ancor più prati dove l’erba è stata falciata ma non portata via (il cane infatti adora “tartufare” nei cumuli di erba secca, inalando profondamente per assaporarne i profumi o sfregandovisi con testa e orecchie per acquisirne gli odori)

2 – Spazzolare accuratamente, al ritorno dalle passeggiate campagnole, il nostro paziente  evitando così che le spighe che sono intrappolate nel pelo possano iniziare indisturbate i loro tragitti fistolosi.

3 – Controllare meticolosamente gli spazi interdigitali delle zampe e anche gli spazi tra i cuscinetti plantari (sono le zone più a rischio)

4 – Nelle razze a pelo lungo si consiglia di accorciare e slanare il manto (lasciando comunque un’ adeguata protezione cutanea) per espletare al meglio il punto 1

E se dopo tutte queste informazioni non vi ho convinto ad andare al mare spero almeno di avervi dato degli spunti per godervi appieno la vostra vacanza in campagna.

 

* medico veterinario


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