Domus romana e decumano,
una scoperta straordinaria:
una piccola Pompei in via Trieste?
Il sindaco incontra la Soprintendenza

ASCOLI - E' molto probabile che la "Domus romana" non sia sola, ma che ce ne siano altre. Per Marco Fioravanti, se emergerà un tesoro archeologico stavolta non si farà come in passato quando tutto è stato sotterrato. Sei stanze decorate con pregevoli intonaci affrescati, che rimandano a un ambiente sociale di status elevato. Questi ritrovamenti possono regalare un grande futuro turistico
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di Franco De Marco

E se sotto l’asfalto di via Trieste ci fosse una piccola Pompei? Questo nome, Pompei, pur con tutte le cautele del caso e naturalmente per dare l’idea che si tratta di una scoperta molto ma molto importante,  se lo lascia sfuggire il sindaco Marco Fioravanti che per giovedì 12 novembre ha in programma un incontro con la Soprintendenza delle Marche per entrare nel merito degli scavi in atto in via Trieste all’altezza di Palazzo San Filippo, sede della Prefettura e della Provincia, e all’incrocio con corso Mazzini.

Il sindaco Fioravanti nel cantiere dove sono in corso i lavori di scavo

Nel corso dei sondaggi archeologici, in vista dell’inizio dei lavori per il restyling di corso Trento e Trieste, via Trieste per tutti gli ascolani, sono emersi una Domus romana e un tratto del decumano massimo. Con tanto di affreschi. E’ un pezzo dell’Ascoli di duemila anni fa. Da brividi. E’ ancora presto per avere la dimensione precisa del rinvenimento, e dei suoi possibili sviluppi, ma le premesse ci sono e da quanto ha affermato dalla stessa Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, si tratta di una scoperta di straordinario interesse archeologico.

«Sì, è una scoperta di valore mondiale» commenta il primo cittadino che – parole sante – annuncia un approccio del tutto diverso rispetto al passato, in relazione ai rinvenimenti archeologici, quando, pur in presenza di ritrovamenti importanti, vedi corso Mazzini, vedi piazza Arringo o via D’Ancaria, è stato scelto di sotterrare il tesoro antico. Per necessità materiali.

Gli scavi di via Trieste

«Questa è la ricchezza di Ascoli e la dobbiamo valorizzare – commenta il primo cittadino – per affermare Ascoli città di cultura e d’arte. Questo è il valore aggiunto della nostra città per lo sviluppo del turismo. Dobbiamo puntare su beni materiali e immateriali. Io ci credo. Da quanto mi è stato riferito, accanto alla Domus romana venuta alla luce, ce ne potrebbero essere anche altre in particolare sul versante Prefettura. Giovedì incontrerò la Soprintendenza per fare il punto della situazione». Con gli scavi, insomma, questa volta si dovrebbe andare fino in fondo.

Rischia di essere abbandonato prima di cominciare il progetto per il rifacimento di via Trieste? «No – afferma il sindaco – Bisogna trovare il modo per valorizzare la scoperta archeologica e nello stesso tempo prevedere la necessaria viabilità. Sono certo che si può fare».

Come stanno esattamente le cose? «Al momento – si legge in un post della Soprintendenza – si sono condotti sette sondaggi, in gran parte già richiusi, mentre si continua a scavare in corrispondenza di piazza Simonetti. Importanti sono i rinvenimenti emersi nel corso delle indagini fin qui svolte che ci riportano all’assetto urbanistico di Asculum, la Ascoli di duemila anni fa.

Di notevole rilievo è il rinvenimento effettuato all’incrocio con corso Mazzini. La trincea di scavo ha messo in luce un nuovo segmento del decumano massimo, ovvero il tratto urbano della via consolare Salaria, che attraversava la città in senso est-ovest e che si va a sommare alle testimonianze già note e in parte visibili sul corso. I nuovi scavi hanno, infatti, evidenziato un tratto di basolato in grossi conci di travertino delimitato su un lato dal marciapiede, realizzato con un battuto di laterizio, e hanno, inoltre, permesso di datare la strada, e il suo mantenimento nell’assetto viario della città, tra il I e il IV secolo dopo Cristo. Tra gli elementi di vivace interesse, spiccano la presenza di una soglia, che originariamente doveva condurre all’interno di un ambiente, probabilmente la bottega di un artigiano, che si affacciava sulla via, e i solchi lasciati dalle ruote dei carri, ancora ben leggibili sul basolato».

«Eccezionale e del tutto inaspettato – afferma ancora la Soprintendenza – è il rinvenimento di piazza Simonetti da cui continuano a emergere cospicue testimonianze di una domus di età romana. Al momento sono stati riportate alla luce alcune porzioni di 6 stanze decorate con pregevoli intonaci affrescati che rimandano a un ambiente sociale di status elevato. La domus, dai primi dati emersi in corso di scavo, sembra aver avuto una lunga vita, contraddistinta da importanti fasi di ristrutturazione edilizia ma la cui prima edificazione risalirebbe addirittura al II secolo avanti Cristo, cioè in un momento precedente al definitivo controllo di Roma sulla città di Ascoli».

Una domus romana tra gli scavi di Corso Trieste


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