Altra “tegola” per il forno crematorio del cimitero di Ascoli, da tempo alle prese con malfunzionamenti e chiusure anche per le proteste dei residenti della zona.
Questa volta la rottura è piuttosto seria e ha costretto il Comune a mettere mano pesantemente al portafoglio.
Da sostituire c’è lo scambiatore di calore “aria-fumi” giunto a fine vita utile secondo quanto riferito dal gestore del cimitero.
L’Amministrazione ha ritenuto di intervenire con la “massima urgenza” anche in considerazione del momento storico che sta registrando, secondo quanto riportato negli atti dell’Arengo, ad un aumento della mortalità anche a causa del covid, con tante salme in attesa di essere cremate con una situazione non proprio facile per le famiglie dei defunti.
Il Comune ha deciso di affidare i lavori alla ditta “Biagi”, che già cura la manutenzione del forno ascolano, per un importo di 36.750 euro oltre iva (44.835 totale).
I forni crematori, infatti, non sono molti diffusi in tutto il Centro Italia e i pochi esistenti sono utilizzati anche dalle ditte di onoranze funebri provenienti da altre regioni.
Per questo motivo era arrivata al Comune una proposta da parte di una cordata di privati e “Ascoli Servizi Comunali” per rifare ex novo il forno con una capacità annuale di 5mila cremazioni.
La proposta è al vaglio dell’Amministrazione che ha deciso di avvalersi di un esperto esterno (leggi l’articolo) per la verifica della convenienza per l’ente pubblico.
rp
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