Indotta (se non costretta) dai suoi genitori a sposare un ragazzo semi sconosciuto e più grande di lei. Ma ha avuto il coraggio di ribellarsi, andare contro la sua famiglia e farsi aiutare dalla scuola per ‘scappare’ da un futuro che sembrava essere già segnato.
E’ la storia di una 16enne originaria del nord Africa e residente nella provincia dorica. Dopo la segnalazione arrivata alla procura dei minori sulla sua situazione familiare, la ragazza è stata collocata in una comunità protetta. Alla madre e al padre è stata sospesa la responsabilità genitoriale. All’origine delle decisioni del tribunale, il grido d’aiuto lanciato dalla 16enne all’interno del contesto scolastico.
E’ qui che la minore avrebbe fatto emergere una realtà che non voleva accettare. E cioè il futuro matrimonio con una ragazzo, scelto per lei (così avrebbe sostenuto la ragazza) dai genitori, di origine islamica. Al momento della segnalazione e dell’intervento dei professori, la minore aveva già contratto il fidanzamento, con tanto di festa. Sarebbe stata la paura di perdere gli affetti conquistati e probabilmente il pensiero di dover abbandonare il cammino scolastico a spingerla a chiedere aiuto.
Si sono attivati i servizi sociali con il tribunale competente. Con un provvedimento d’urgenza, la 16enne è stata trasferita in una comunità che possa tutelarla e sostenerla psicologicamente. Al padre e alla madre è stata tolta la responsabilità genitoriale. Il caso del matrimonio forzato riporta alla mente il contesto (anche se le due situazioni sono diverse) in cui è maturata la vicenda di Saman Abbas, la 18enne pakistana di Novellara che aveva rifiutato un connubio impostole dai genitori.
(fe.ser)
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