Piano socio sanitario: «Si rispetti
il criterio dell’equità territoriale»

SANITA' - E' il commento dell'Ugl salute del Piceno, che denuncia una disparità di trattamento tra gli ospedali di Ascoli e San Benedetto. Ecco tutte le criticità evidenziate dal sindacato
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L’ingresso del “Madonna del Soccorso”

 

«No odissee per risolvere i problemi di salute nel Piceno». E’ questo il presupposto base per la Ugl di Ascoli e San Benedetto, per ridisegnare il piano socio sanitario, partendo da «principi equi e solidali che siano per tutto il territorio marchigiano».

Per i sindacalisti «occorre garantire la presa in carico dell’utente sul territorio. La corsa verso il privato adottata dalle precedenti amministrazioni non ha risolto la gestione del paziente domiciliare ma nemmeno quello della spesa pubblica».

Turni notturni per gli esami radiologici per «chiudere il travaglio delle liste di attesa e dare priorità al servizio pubblico». 

Poi ancora, si ravvisa l’esigenza di una «valutazione dei carichi di lavoro, ricostruendo un giusto equilibrio tra organici e domanda assistenziale: ne gioveranno utenti e dipendenti».

«L’organizzazione assistenziale tra i due plessi ospedalieri, “Mazzoni” e “Madonna del Soccorso” – si legge poi nella nota dei rappresentanti sindacali – dovrà essere rivista, intanto, nell’immediato, riconsegnando al “Madonna del Soccorso” i percorsi base, da quelli sanitari a quelli amministrativi. Sino ad ora è stata evidente una disparità di trattamento tra i due nosocomi, a tratti fuori da ogni logica. Come ad esempio le navette per i tamponi del Covid che dall’ospedale di San Benedetto devono avviarsi in superstrada verso Ascoli. oppure la Pediatria che, con i numeri che possiede, non usufruisce di un primario facente funzioni. Le decisioni di pochi hanno provocato i dissidi di tanti.

Occorrerà trovare la giusta integrazione tra i due plessi, tra gestione dell’interventistica in elezione e dell’emergenza urgenza, senza fughe in avanti e senza giochi di potere».


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