Valeria e Andrea in un’immagine che li ritrae insieme
di Luca Capponi
Ci sono storie che ti lasciano col groppo in gola e una perenne lacrima sul viso. Storie di angeli volati via, di amori spezzati, di tremende lotte contro il destino, che a volte sa essere spietato come pochi. Storie che trafiggono, e che spesso non danno neanche il tempo per porsi la più dolorosa delle domande: perché?
Valeria Leteo si è spenta a soli 40 anni, dopo avere combattuto il cancro. Con discrezione e dignità, in silenzio, tenacemente, senza mai perdere qualità che sono rare da trovare nelle persone. Ma che sono ben diffuse tra gli angeli.
Era nata e cresciuta a Controguerra, piccolo comune al confine tra Marche e Abruzzo. Ingegnere elettronico, musicista, amava e scriveva poesie ed era professoressa di Tecnologia alle scuole medie, in Val Vibrata. Conviveva tra le cento torri con Andrea Petrucci, cantante ascolano; si erano incrociati a un concerto, nel 2011, momento in cui lo stesso destino si era però rivelato benefico, facendo scattare qualcosa in entrambi i cuori. La loro relazione comincia qualche anno dopo, nel 2015.
«Ci siamo subito trovati, fu amore a prima vista -ricorda Andrea-. Spesso gli amici ci dicevano “che accoppiata, lo scienziato e l’artista”. In realtà anche lei era un’artista, suonava il piano ed io le dicevo sempre che il suo timbro vocale era bellissimo. I suoi occhi ed il suo sorriso mi fulminarono subito. La nostra storia è durata sei anni, gli ultimi due dedicati alle cure necessarie per vincere il mostro, che purtroppo ma non l’ha mollata mai, un cancro molto particolare che colpisce soprattutto le donne».
Andrea ha deciso di raccontare Valeria e di raccontare il loro amore, che spesso sfociava anche in collaborazioni musicali. Con coraggio, lo stesso che ha animato la ragazza fino alla fine, per fare in modo che non venga dimenticato, per evitare che la bellezza passi in secondo piano cedendo il posto ai sentimenti dozzinali che ci propina la contemporaneità. L’amore è un tesoro che va tenuto stretto. Nessuno lo dimentichi. Mai.
«Mancherà una parte di me, mancherà una parte di vita importante -continua-. Mancherà tutto l’amore, la sua onestà, mancherà il suo cuore immenso. A me ricordava sempre quanto fosse fortunata ad avermi incontrato e che le avevo reso la vita migliore, ed io scherzando rispondevo “sei un angelo”».
«Non sarà facile andare avanti -ammette Andrea-. Lei, nonostante le sue qualifiche professionali, si è mantenuta sempre umile, anche troppo, ed a volte mi arrabbiavo per questo. Era un persona altruista, buona, accondiscendente, mai una parola fuori posto. Continuo a pensare che lei fosse un vero angelo, ed è proprio così che poi è andata a finire».
Alla luce di quanto accaduto, anche il titolo dell’ultimo disco di Andrea, “Il coraggio è tra le braccia di un sogno“, assume un significato diverso. Che non può non toccare nel profondo, restituendoci la storia di due ragazzi che chiedevano solo di stare insieme e di continuare ad amarsi, in un mondo così veloce e cinico che non sembra più riconoscere la meraviglia. In cui la semplicità e l’amore sono divenuti concetti quasi antiquati, fuori moda, incompresi e persi tra la superficialità imperante.
«Il mio cuore adesso è rotto dal dolore, cercherò di fondere queste mie emozioni in quel che mi riesce meglio, cioè scrivere canzoni, appena mi sentirò leggermente meglio -conclude Andrea-. Sarà una terapia, me lo auguro. Nel mio prossimo album sicuramente includerò dei suoi versi o poesie intere trasformate in canzone, che costudisco gelosamente. Valeria aiutami dal cielo, questa strada è impervia».
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