di Walter Luzi
Rassegne di cinema “minore” e menti illuminate. Mezzo secolo dopo il “Trofeo San Marcello” ideato e voluto da don Italo Marini, con il “Fluvione Film Festival” visioni e obiettivi restano gli stessi. La lunga maratona estiva della edizione numero undici del F.F.F., recentemente conclusasi, ha molteplici meriti. La manifestazione, nell’arco di tre mesi ha portato il cinema dove non c’è, e non c’è mai stato, ha saputo valorizzare piccoli centri nelle zone montane meno conosciute del nostro territorio, ed ha offerto una ribalta a tanti aspiranti registi di tutto il mondo ospitati nelle diverse sezioni della rassegna.
Possono esserne giustamente orgogliosi gli ideatori, Guido Ianni e Giorgio Mancini, con i direttori artistici Francesco Eleuteri e Pietro Albino Di Pasquale. Idealmente sono loro gli “eredi” di don Italo Marini, il giovane prete, primo parroco della neonata parrocchia di San Marcello, che cinquantatrè anni fa, precorse i tempi organizzando, per sei edizioni consecutive, un Festival del Cinema a passo ridotto ad Ascoli. Un pastore di anime di grande slancio civile e irrefrenabile passione innovatrice.
Originario di Venagrande, terzo di cinque figli, era stato ordinato sacerdote a venticinque anni, nel 1960. Nell’estate di quattro anni dopo diventa il parroco del giovanissimo quartiere di San Marcello, quando, ancora, non c’è neanche la chiesa. Verrà inaugurata infatti solo nel 1967, edificata su un area donata dalla società Carburo alla Diocesi. Il quartiere è il più esposto alle emissioni delle ciminiere nere della S.I.C.E., che qui, però, da anche da vivere a quasi tutti.
Don Italo deve inventarsi, costruire, tutto, da zero, e trova in Ernani Di Girolamo e Giuseppe Mascetti le sponde migliori per realizzare i suoi progetti. Con la collaborazione dei suoi parrocchiani vara, sempre nel 1968, la sagra della castagnola, destinata a diventare una classica, e che sopravvive ancora oggi. Nel 1973 il Gruppo Sportivo Elettrocarbonium gli costruirà, proprio attaccato alla chiesa, un bellissimo campo sportivo per i suoi ragazzi. Nello stesso anno figurerà fra i co-fondatori del G.S. San Marcello.
Ma il vero capolavoro Don Italo Marini lo compie con l’organizzazione della rassegna, prima a carattere nazionale e, successivamente, internazionale, di cinema a passo ridotto “Trofeo San Marcello”, riservata ai videoamatori del superotto. Sarà un successo. In termini di adesioni, arrivate fino a settanta opere in concorso, giunte da tutta Europa, sia che di rilancio pubblicitario per la città, le cui bellezze sono ancora sconosciute ai più. Cineasti e addetti ai lavori, italiani e stranieri, che arrivano in Ascoli per seguire il festival ne scoprono, stupiti ed ammirati, anche i tesori del centro storico. Alcune scuole cittadine partecipano con le loro produzioni scoprendo così il magico mondo del Cinema.
Le serate conclusive, con le premiazioni, si tengono al teatro Ventidio Basso, sempre affollato in ogni ordine di posti. Passerella ambìta per l’Ascoli bene, salotto mondano privilegiato per politici, amministratori pubblici ed autorità. Numerosi i vip, personaggi dello spettacolo e dello sport, ospiti della manifestazione. Una manifestazione di alto livello, una iniezione di impegno culturale d’avanguardia, una innovazione straordinaria per l’epoca. Non espressione di un rivoluzionario collettivo studentesco sessantottino, ma di un giovane prete che cerca di scuotere con il suo impegno civile una città sonnacchiosa, dove il chiuso provincialismo assume i suoi connotati meno edificanti. Don Italo riuscirà per sei anni consecutivi, fino all’edizione del 1973, a riproporre la manifestazione, sempre più affollata di cineasti, critici del settore e addetti ai lavori, fra cui numerosi stranieri.
La rassegna sarà costretta a chiudere i battenti, dopo sei edizioni, per mancanza di finanziamenti pubblici. Scriverà don Italo nella sua lettera di dimissioni al comitato organizzatore il 16 novembre 1973: “… il boicottaggio proviene proprio dai maggiori enti cittadini preposti allo sviluppo culturale, civile e turistico della comunità … ogni fermento di rinnovamento, ogni tentativo di sano impiego del tempo libero, ogni incentivazione di carattere turistico, ogni forma di presenza educativa, soprattutto nel mondo giovanile non viene sostenuta … ciò che non porta voti è inutile, ciò che non rende in poltrone e denaro, è spreco di tempo e di energie … Il Bene Comune, la partecipazione democratica e il rispetto delle idee e delle iniziative dei cittadini, dei gruppi, dei sodalizi, sono considerate una buffonata…”.
Una amara delusione che accompagnerà don Italo Marini negli ultimi due anni della sua breve vita. Morirà, ad appena quarant’anni, il 12 settembre 1975. Il Trofeo con cui verranno premiate le squadre vincitrici del torneo calcistico giovanile internazionale “Città di Ascoli”, organizzato dal G.S. Elettrocarbonium dal 1978 al 1986, porterà il suo nome.
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