di Andrea Ferretti
Covid fai da te. Ognuno la pensa a modo suo. Le interpretazioni sono tante, variegate e spesso fantasiose. Dpcm è un acronimo, una parola che, sebbene conosciuta pure dai bambini della scuola d’Infanzia, si continua a interpretarli come meglio si crede. Quello che fa profondamente riflettere è che spesso non si provvede abbastanza nel farli rispettare. Anche ad Ascoli e nel Piceno si sprecano le raccomandazioni, e negli ultimi due anni si sono intensificate le riunioni del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Ma cosa è accaduto? Il Governo Draghi all’antivigilia di Natale, dopo il pauroso incremento della curva dei contagi, ha deciso di chiudere fino al 31 gennaio le discoteche e le sale da ballo. Una categoria, quella di titolari e gestori di queste attività, di nuovo in tilt anche perché non si fa cenno a ristori e sostegni e, peggio ancora, continua il silenzio sui milioni stanziati dal Governo Conte ancora bloccati. Un settore al collasso con i diretti interessati che parlano di accanimento.
Non è certamente quello che si è verificato in provincia di Ascoli in occasione del Capodanno appena festeggiato. Ad attenderlo, all’interno di una struttura, si sono radunate circa quattrocento persone, quasi tutti giovani e giovanissimi. Tutti ovviamente armati di green pass, mostrati all’ingresso agli addetti alla sicurezza il cui compito si limita a questo.
All’eventuale successivo controllo del certificato verde, quello cioè accompagnato dall’esibizione di un documento di riconoscimento, sono infatti deputate solo le forze dell’ordine. Possono farlo Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato e la Polizia Locale che comprende vigili urbani e agenti della Provinciale.
Cena e dopocena musicale non erano un segreto di Stato, ma nel corso della prima parte della serata (cena) non c’è stato alcun controllo dei green pass ai tavoli. Nessun controllo nemmeno nelle ore successive, quando centinaia di giovani si sono tuffati nelle danze fino all’alba. Per alcune ore assembramento, mascherine e controlli sono state tre parole cancellate dal vocabolario. Sicuramente gli organizzatori sono in possesso di una lista con nomi e relativi numeri di telefono di tutti i presenti.
Il prefetto avrà già sicuramente chiesto lumi al questore, ai comandanti provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza, alla Polizia Provinciale e magari pure a qualcuno dei 33 comandanti delle Polizie Municipali della provincia.
Ed avrà sicuramente ricordato loro che il regalo di Natale per le Marche è stata la zona arancione e che il prossimo cadeau potrebbe essere la zona rossa.
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