«Ecco perché non ho votato Mattarella,
il fantasma della crisi di Governo
ha portato due sconfitte»

INTERVISTA A FRANCESCO ACQUAROLI - Il governatore delle Marche ed esponente di Fratelli d'Italia, di rientro dalla settimana elettorale: «Ritengo che si doveva prendere atto del fatto che non voleva essere rieletto Così registriamo la debolezza della classe dirigente di tutto il Paese, come avvenne anche con il bis di Napolitano. Il centrodestra ci ha provato, ha avuto i suoi franchi tiratori quando si è trattato di indicare la Casellati, ma anche sull’altro fronte non si sentivano così tranquilli visto che hanno fatto ricorso all’astensione per paura. Non ci saranno contraccolpi nella nostra regione»
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Francesco Acquaroli durante l’elezione del Presidente della Repubblica

 

di Luca Patrassi

 

Grande elettore del Presidente della Repubblica, ma anche governatore della Regione Marche: per Francesco Acquaroli la settimana elettorale appena trascorsa che ha portato al Mattarella bis non è stata esattamente di relax visto che ha fatto il pendolare conciliando gli impegni in Regione con le votazioni a Roma.

Allora, governatore Acquaroli, quali sono i suoi appunti di viaggio, le immagini che le sono rimaste di questi giorni? «Il grande show, inteso come il tentativo di spettacolarizzazione del più grande evento istituzionale del nostro Paese – rileva il governatore delle Marche – quello che si è visto in televisione. Ho fatto avanti e dietro con Ancona. Dal mio punto di osservazione posso dire che ho sempre avuto una propensione amministrativa, sono più vocato a un impegno per il territorio, però seguo anche le dinamiche più strettamente politiche».

Una settimana di votazioni e di divisioni per arrivare al Mattarella bis. «Prima di tutto gli auguri doverosi al nuovo Presidente della Repubblica: detto questo, aggiungo che non ho votato Mattarella (come da indicazione del suo partito, Fratelli D’Italia, che ha votato Nordio, ndr) perché ritengo che si doveva prendere atto del fatto che non voleva essere rieletto, eleggerlo poi all’ottava chiamata è di una debolezza assoluta. Si cumulano due sconfitte, la prima è nel chiamare Mattarella quando aveva detto no, la seconda è nel fatto che si registra la debolezza della classe dirigente di tutto il Paese, come avvenne anche con il bis di Napolitano. Un segnale che è stato colto dagli osservatori internazionali».

Cosa l’ha colpita di questa settimana romana? «Sicuramente interessante sul fronte degli incontri con diversi ministri e con altri colleghi governatori, ho rivisto tante persone che avevo conosciuto quando fui eletto deputato. Per il resto nulla di imprevisto, conosco le dinamiche parlamentari e le immaginavo così».

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Il governatore Acquaroli è stato uno dei tre grandi elettori indicati dalle Marche assieme a Dino Latini e Maurizio Mangialardi

Da governatore, giustamente, ha fatto i suoi auguri al Presidente assicurando la massima collaborazione. Da politico, come esponente di Fratelli d’Italia, si trova con i vertici dello Stato rappresentati da personaggi (Mattarella al Quirinale, Draghi a Palazzo Chigi e Amato alla Corte Costituzionale) non sostenuti, è un problema? «Nessun problema. Sono sicuro che quando si ricopre un ruolo apicale, si rappresenti tutti: ai vertici delle istituzioni non si fa politica: bisogna distinguere il dibattito politico dalle funzioni istituzionali, soprattutto quando si parla dei vertici dello Stato».

Bene, ma nel centrodestra l’elezione di Mattarella avrà conseguenze viste le divisioni ed anche le dichiarazioni di fuoco fatte dai vari leader? « A mio avviso bisogna distinguere le dinamiche parlamentari da quelle amministrative. L’alleanza di centrodestra è un sistema consolidato, rafforzato nei territori dove avviene con l’elezione diretta dei sindaci, dei presidenti delle Regioni. Credo che questa fase di elezione del Capo dello Stato riguardi dinamiche politiche strettamente nazionali, che vanno distinte da quelle che sono le dinamiche dei territori».

Il governatore Acquaroli insiste sul centrodestra, alla ricerca di letture diverse da quelle passate sui media nazionali: «Il centrodestra ci ha provato, ha avuto i suoi franchi tiratori quando si è trattato di indicare la Casellati, ma anche sull’altro fronte non si sentivano così tranquilli visto che hanno fatto ricorso all’astensione per paura che qualcuno, anche tra loro, potesse convergere su quel nome. Se si fosse andati alla conta, non so come sarebbe finita. A fare comunque la differenza c’è stato il fantasma della crisi di Governo».

Governatore Acquaroli, da domani, si riparte in Regione? «Non abbiamo mai staccato, si continua ad amministrare la Regione. Tra le altre priorità è fondamentale continuare a lavorare sulla riforma della sanità, sul Pnrr e i nuovi fondi europei, le infrastrutture, la ricostruzione post-sisma: si tratta di partite che dobbiamo giocare con intelligenza».

Insomma non teme contraccolpi nella sua coalizione di governo dopo le spaccature per l’elezione di Mattarella? «Sedici mesi fa – rileva infine Acquaroli – ci siamo presentati come alternativa alla sinistra, non credo che qualcuno abbia cambiato idea e voglia legare le sorti del Quirinale a quelle delle Marche».

 

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