Ospedale nuovo, Leo Sestri: «La Brancadoro non è location idonea, deve rimanere un polmone verde»

SAN BENEDETTO - L'ex assessore all'urbanistica e oggi presidente del comitato Mare si oppone: «Durante l'Amministrazione Martinelli abbiamo vinto una battaglia per salvaguardarla. Ora non si torni indietro»
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L’area Brancadoro. In alto a sinistra, il presidente di comitato Mare Leo Sestri

 

di Giuseppe Di Marco

 

Sono ripartiti i ragionamenti sulla location per il nuovo ospedale di San Benedetto. Il Comune, dopo aver effettuato sopralluoghi in zona sud, ha riscontrato criticità nella maggior parte delle zone originariamente individuate dall’Amministrazione. L’intoppo ha indotto Spazzafumo e maggioranza a rivalutare l’ipotesi dell’area Brancadoro, che mesi fa era stata messa da parte per tutta una serie di difficoltà connesse, in primis l’acquisizione del lotto, che ad inizio autunno verrà battuto all’asta per la quarta volta.

 

Ma l’ipotesi Brancadoro non piace a chi, negli anni passati, si è battuto per preservarla. Sono in molti a ritenere che questo vasto appezzamento di 20 ettari debba rimanere il polmone verde di San Benedetto. E dal coro dei contrari si alza, perentoria, la voce di Leo Sestri, presidente del comitato di quartiere Mare ed ex assessore all’urbanistica.

 

Sestri, come mai l’area Brancadoro non va bene?

 

Perché sarebbe uno smacco, una beffa per la città.

 

Vogliamo approfondire il concetto?

 

Quando, alcuni giorni fa, il comune ha annunciato di voler riprendere in considerazione la Brancadoro, sono rimasto stupito e al tempo stesso amareggiato. Quel lotto è stato oggetto di dure lotte per il contrasto alla cementificazione della città, e ora ci vogliono costruire sopra un ospedale?

 

La destinazione d’uso è, per la maggior parte della superficie, verde sportivo…

 

Sì, ma durante la giunta Martinelli, in cui io fui assessore all’urbanistica, bocciammo la proposta di Prusst (Programmi di Recupero Urbano e Sviluppo Sostenibile, nda) avanzata dalla precedente amministrazione a guida Perazzoli. Se non lo avessimo fatto, da via del Mare fino a Ragnola sarebbe stato tutto un susseguirsi di palazzine. Questa città e i suoi rappresentanti hanno fatto una scelta che salvaguarda il verde, il poco verde rimasto a San Benedetto. E non è stata una scelta irregolare: il Consiglio di Stato, alla fine della controversia, ci ha dato ragione.

 

Le esigenze non sono mutate? La riviera chiede a gran voce un nuovo ospedale.

 

Ed è sacrosanto: l’ospedale deve essere fatto a San Benedetto o nelle immediate vicinanze. Ma per questo scopo si possono trovare altre aree.

 

Molte di quelle ‘visitate’ non sono idonee. Come si fa?

 

Sicuramente non è idonea nemmeno la Brancadoro, visto che si trova nel bel mezzo della città e che, da un punto di vista della viabilità, non farebbe che complicare i già precari equilibri della riviera.

 

Senza contare, che prima di tutto, l’area dovrebbe essere acquistata all’asta.

 

Senza dubbio, ma soprattutto la Brancadoro va depennata per non vanificare gli sforzi fatti negli anni passati. Abbiamo bisogno di standard urbanistici e di uno sviluppo veramente sostenibile. Mi appello all’amministrazione affinché ci ripensi e trovi altre soluzioni per l’ospedale.


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