di Walter Luzi
Ascoli, la promozione della città si tinge anche di giallo. Intesa come genere letterario s’intende. Cinque scrittori, tutti ascolani, e tutti con precedenti esperienze nel… ramo, uniscono le forze e ci provano, raccogliendo l’invito della locale casa editrice Capponi per un progetto di squadra. Cinque storie a tinte fosche, diverse per stile, trama, toni e densità, ma pensate e scritte con un unico, comune, denominatore. Ascoli. E l’ascolanità.
Questa l’ambientazione condivisa per i tanti delitti di questo Giallo Piceno, nuovo nella formula …“condominiale”, ma tirato su senza gelosie sotterranee o rivalità latenti degli autori. E se competizione c’è stata, assicurano tutti quanti in coro, mirava solo a valorizzare, ulteriormente e degnamente, la nostra città. A tentare di farne il ragusano dell’immaginaria Vigata, riscoperto ed esaltato dalle imprese investigative del Commissario Montalbano, o la Londra nebbiosa e tetra, abituale location dei casi brillantemente risolti da Sherlock Holmes. Impresa ardua, ma la sfida è eccitante.
Gli aspiranti nuovi Camilleri e Conan Doyle si chiamano Gabriella Mazzocchi, Giancarlo Mei, Ugo Quartaroli, Francesco Tranquilli e Federica Zeppilli. Tutti divorati dalla passione creativa per il genere noir per diletto, e tutti, al momento, con un altro lavoro “vero” per vivere. Una storica dell’arte, un giornalista musicale, un medico farmacista, un traduttore, ma anche attore e regista, e una coreografa insegnante di danza.
Nell’auditorium Cesare Cellini del Polo Sant’Agostino hanno fornito qualche… indizio, cercando di spoilerare il meno possibile sotto l’abile regia del moderatore di turno, il professor Gino Scatasta. Il sindaco Marco Fioravanti se li coccola, preannunciando nuove sinergie culturali con il medesimo obiettivo per il futuro. In effetti l’amore per la città viene espresso in varie declinazioni. Non solo sfruttando il fascino dei monumenti più conosciuti, i due teatri in primis, ma anche riscoprendo rue, scorci e angoli meno noti ma non meno suggestivi. Che i turisti, è l’auspicio, fra qualche anno, andranno a cercare nel centro storico, come il civico londinese 221b di Baker Street, o la spiaggia siciliana di Punta Secca, teatri naturali resi celebri da romanzi immortali. L’importanza di uno sfondo capace di diventare anch’esso protagonista. Anche nei suoi aspetti più grotteschi, e ancora con l’uso del dialetto, i richiami, anch’essi diffusi, alle universalmente conosciute olive ripiene, e poi ai vini delle nostre colline.
Una collaborazione piacevole per tutti, l’ha definita Quartaroli, recentemente gratificato da due riconoscimenti (sezione horror e migliore sceneggiatura) al Premio Letterario Città di Ascoli. Una cooperazione che apre le sue mura anche al sambenedettese Tranquilli, che però vanta genitori e nonni ascolani. L’ultimo spot è dell’autrice più giovane, Federica Zeppilli. «E’ difficile portare la gente a leggere di più – chiosa realisticamente – noi speriamo di dare una nuova opportunità per farlo. Sfogliando, magari, come piace a me, le pagine di un libro che profuma di stampa, piuttosto che fissando lo schermo freddo di un tablet».
Si può godere così anche meglio della eloquente copertina, illustrata, con la pietra e il sangue, dai tratti impareggiabili di Valeria Mutschlechner. Il romanzo giallo, inviso al Potere del Ventennio, che vietava nelle cronache giornalistiche persino la pubblicazione di notizie di delitti, è nato proprio in quegli anni. “… Non tutti nella capitale sbocciano i fiori del male, qualche assassinio senza pretese abbiamo anche noi in paese…”. Sono i versi di Fabrizio De Andrè ricordati nell’occasione dal brillantissimo professor Scatasta. Scopriremo solo vivendo se i narratori dei tanti delitti immaginari consumati in Giallo piceno, riusciranno a dipingere la loro Ascoli con la stessa affezionata ispirazione che James Joyce riuscì a trarre dalla sua Dublino.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati