Il cimitero partigiano internazionale di Pozza e Umito
di Luca Capponi
La storia che non dimentica quanto accaduto tra questi boschi più di settant’anni fa. Pozza e Umito e più in generale lo scenario dei Monti della Laga fecero da sfondo alle lotte contro il regime nazifascista che stava uccidendo ogni libertà.
Il sindaco Stangoni
Proprio nell’Acquasantano avvenne una delle stragi più efferate che il nostro territorio ricordi. Era l’alba dell’11 marzo del 1944, quando un manipolo di tedeschi mise a ferro e fuoco le due piccole frazioni. Il bilancio, tragico, è quello di una mattanza dove persero la vita civili e partigiani provenienti da tutta Europa, tra cui una bambina di pochi mesi. Molti di loro trucidati nel sonno, tra devastazioni, incendi e nefandezze, per un numero che gli storici non sono mai riusciti a quantificare, visto che le macerie di molte abitazioni distrutte non furono rimosse nell’immediato, ma che va inquadrato tre le 30 e le 40 vittime.
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, le spoglie dei caduti furono furono seppellite nel Cimitero Partigiano situato metà strada proprio tra di Pozza e Umito.
Per l’eroismo e il sacrificio, ma soprattutto “per il contributo fornito dalla popolazione alla lotta di liberazione negli anni 1943-1945”, un decreto del Presidente della Repubblica Mattarella assegna la medaglia d’argento “al merito civile” al Comune di Acquasanta Terme.
«Un riconoscimento di prestigio che inorgoglisce me e tutta la comunità», commenta il sindaco Sante Stangoni nell’annunciare la cerimonia di consegna, che avverrà venerdì 4 novembre alle 16,30 presso la palestra di via Buonamici.
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