Gli angeli di San Martino (Le foto)

APPIGNANO DEL TRONTO - Il problema del randagismo e le difficoltà economiche dell’oasi rifugio per cani e gatti, il più grande della provincia. L’appello della presidente dell’Appa, Patrizia Castelli, ai Comuni della vallata per un maggiore sostegno e una più incisiva opera di prevenzione. I successi dell’ultimo calendario 2023 con le foto degli ex ospiti adottati, e della raccolta di coperte e cucce organizzata dalla palestra Yuki Club
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Alcune volontarie dell’Appa con la presidente Patrizia Castelli che abbraccia uno dei cani ospiti del canile

 

di Walter Luzi

 

Cani, gatti e angeli. L’oasi rifugio per animali senza una casa,  la più grande della provincia di Ascoli, sorge in contrada San Martino di Appignano del Tronto. L’Associazione provinciale protezione animali accudisce qui, trecentosessantacinque giorni all’anno, duecento cani e ottanta gatti. Gli angeli invece sono loro. Le volontarie dell’A.P.P.A., attive fin dagli anni Ottanta, operano qui dal decennio successivo. Di recente hanno perfezionato anche l’iscrizione al Terzo settore come organizzazione di volontariato.

 

Alcuni padiglioni dell’Appa

Il primo nucleo si è costituito prendendo in affitto una vecchia casa colonica abbandonata e un terreno dove sono stati edificati, via via, i padiglioni per ospitare cani e gatti randagi. «Li raccoglievamo per le stradeci dice la presidente dell’A.p.p.a. Patrizia Castelliquando ancora venivano soppressi se non rivendicati entro tre giorni dalla cattura. Una legge del 1991, la 281, è intervenuta poi a vietare l’uccisione degli animali recuperati come vaganti. Il Comune di Ascoli dopo la chiusura del canile-lager di Castagneti, nel 1997, ci ha affidato i suoi randagi. In seguito si sono aggiunti altri piccoli comuni della vallata. Siamo arrivati a oltre quarant’anni di attività dedicata a tutti gli animali più sfortunati. Senza contare quelli che custodiamo nelle nostre case, e che manteniamo con le nostre esclusive forze».

 

Uno dei padiglioni del canile

Curiosa discriminazione, per i gatti ospitati l’associazione non riceve nessuna sovvenzione. Da nessuno degli undici comuni della vallata e dell’hinterland, che vanno da Castel di Lama fino a Palmiano, e che si appoggiano al rifugio di Appignano. «I Comuni che ci affidano i loro cani randagi spiega la Castellici corrispondono un piccolo contributo. Una modesta retta pro capite che non è assolutamente sufficiente a coprire tutte le spese. Siamo infatti in grande difficoltà economica, aggravata in questo ultimo periodo a causa degli aumenti generalizzati dei costi. Dai mangimi ai medicinali, dagli alimenti ai compensi dei liberi professionisti. Abbiamo dovuto accendere un mutuo bancario per fare fronte alle spese correnti, e molti di noi si sono anche autotassati per riuscire a garantire l’indispensabile agli animali. Abbiamo fatto appello anche al Comune di Ascoli, ma non abbiamo ricevuto ancora risposte».

 

L’impegno della associazione si sviluppa infatti su più fronti. Oltre al mantenimento degli animali ospiti dell’impianto, alla gestione ordinaria del rifugio, dal contatto con il pubblico per gli affidi, all’opera di sensibilizzazione e autofinanziamento con i loro banchetti nelle piazze, sono numerosi i loro interventi collaterali anche sul territorio. Dalla sterilizzazione di gatti prelevati dalle colonie feline, agli interventi di pronto soccorso, in qualche caso, come ad Offida, collaborando anche con la Asur.

 

Una delle volontari nel recinto riservato ai gatti

«Gli animali che devono essere accuditi con particolare cura e assiduità – continua la Castelli – ce li riportiamo nelle nostre case. E’ un lavoro molto impegnativo e, come detto, capita spesso che siamo noi operatori, di tasca nostra, a ripianare i deficit. Quello che chiediamo è un po’ più di attenzione da parte delle amministrazioni perché in fondo quello che svolgiamo è un servizio pubblico. Comprendiamo i loro problemi di bilancio, ma vediamo in giro anche tanti sprechi». Due terzi dei cani che ospita la struttura provengono dal Comune di Ascoli. Ogni padiglione dispone di una vasta area di sgambatura per i cani, mentre i gatti sono ospitati separatamente. Si sta lavorando anche alla completa ristrutturazione della vecchia casa colonica per ricavarci alloggi per gli animali, i magazzini, e un’aula didattica per gli incontri con le scolaresche che frequentemente visitano l’oasi rifugio.

 

«I collaboratori più costanti nella struttura sono una decina – continua la presidente dell’A.p.p.a. – più quelli saltuari o occasionali, che sfruttano magari le loro ferie  o i periodi di chiusura delle loro attività, per venire a darci una mano. I dipendenti dell’associazione invece sono sei, che garantiscono la continuità del servizio, provvedendo alla pulizia dei recinti e delle aree di sgambatura, oltre alla alimentazione quotidiana degli animali».

 

Sara, una delle volontarie dell’Appa davanti alla tomba di Pippo

La Castelli, insegnante al Liceo Stabili-Trebbiani di Ascoli, si fa idealmente portavoce di tutte le associazioni operanti sul territorio come, fra le altre, l’E.n.p.a., attiva nel pronto soccorso, la L.a.c., e l’O.i.p.a. che gestisce un’oasi felina a Pagliare di Spinetoli. «I Comuni – continua – dovrebbero sostenere maggiormente tutte le associazioni animaliste, e fare una prevenzione seria del randagismo. Che significa maggiori controlli su microchips e sterilizzazioni. Altre regioni, ma anche altre province della nostra stessa regione, più virtuose, insegnano che il problema può essere risolto alla radice. A volte qualcuno vuole addossare a noi la responsabilità del problema del randagismo. Noi potremmo anche non esistere. Il problema va risolto a livello istituzionale con risorse, formazione, preparazione degli addetti e, soprattutto, controlli. Un delinquente che abbandona un cane in mezzo a una strada senza il microchip di riconoscimento, commette un reato a danno di tutta la collettività. E i danni che provoca sono enormi. Perchè una femmina può moltiplicare per dieci o anche per venti il numero dei randagi, creando ulteriori criticità alla gestione del territorio. Parliamo del pericolo di aumento degli incidenti stradali, di insorgenza di emergenze sanitarie o legate alla sicurezza per gli esemplari più aggressivi. Oltre, ovviamente, all’aspetto economico, perché gli animali poi  dovranno essere mantenuti a vita in un canile a spese dei contribuenti. Il danno per un divieto di sosta, è niente in confronto a quello che causa un proprietario che non microchippa il suo cane. E che dovrebbe essere perseguito, e sanzionato, molto più pesantemente».

 

Il deposito delle coperte e delle cucce per gli animali inviate dai sostenitori dell’associazione

L’aumento della sensibilità verso gli animali da compagnia, o meglio, d’affezione, e la propensione a mettersi in casa soprattutto cani e gatti, sono in costante crescita negli ultimi decenni. Chiedono, e si accontentano, solo di una carezza. Ricambiano con un amore ben più grande, totale e incondizionato, verso i loro padroni e tutti gli umani veri. Presenze che mortificano l’inaridimento epocale dei sentimenti che vivono oggi le persone. Cancellano la solitudine, aiutano a superare le delusioni e i dolori della vita. Tutte cose di cui noi, cosiddetti umani, non siamo più capaci.  Ed è proprio per questo che veniamo, sempre più spesso, e meritatamente, scavalcati nella scala affettiva da loro. Cani e gatti. Che ti amano per sempre. Che ti restano fedeli. Che ti cercano e che ti aspettano anche dopo la tua morte. In cambio di poco, che poi è il tutto che muove il mondo. Un po’ d’amore.

 

«C’è tanta gente che viene a portarci vecchie coperte e cibo – continua la presidente Castelli – una signora, come capita raramente in verità, è venuta un giorno per lasciarci sessanta euro dei suoi pochi risparmi. Oppure andiamo noi, con i nostri banchetti, nelle piazze a cercare sostegno. L’iniziativa che ha riscosso maggior successo è il calendario con le foto degli animali ex ospiti del rifugio che, con l’affido, sono riuscito a trovare un nuovo padrone da amare». L’ultimo, del 2023, stampato grazie anche all’aiuto di alcuni sponsor, è andato a ruba dietro modica offerta.

 

I lavori di ristrutturazione della vecchia casa colonica del canile

Qualche fiancheggiatore a volte organizza dei centri raccolta di cucce, coperte e generi di conforto. Come è successo di recente allo Yuki Club di Ascoli. La palestra di Erica e Sergio Torquati ad Ascoli, è stata l’antesignana degli organizzatori di eventi dedicati agli amici a quattro zampe. Per tutto il primo decennio del duemila finì infatti alla ribalta delle cronache, locali e nazionali, per tutta una serie di iniziative, fra cui i primi corsi in Italia di Doga. Da leggersi come sincrasi delle parole dog e yoga. Yoga per cani. Una Yukidea importata dagli USA, dove Suzi Teitelman lo aveva teorizzato come metodo per rafforzare il rapporto fra la persona e il proprio cane. Si scomodarono per l’occasione anche le telecamere della Rai per i programmi Oltremoda e I fatti vostri. Per tre anni consecutivi ai Giardini Colucci si tennero adunate di… abbaiate con centinaia di partecipanti.

 

Alcuni dei cani feriti ospiti del rifugio di Appignano

Fu indetto anche un concorso riservato alle storie più commuoventi dei cani adottati dai loro, spesso giovani, padroni. Le bandane ricordo dell’evento furono disegnate dalla designer statunitense della Walt Disney Cindy De Bonis. L’ultima raccolta allo Yuki di coperte e cucce a favore del canile dell’A.p.p.a., ha fruttato oltre un centinaio di capi. Una gara di generosità che ricorda quella che, due anni fa, suscitò Pippo. Un vecchio bracco, completamente disabile, rimasto ospite della struttura per i suoi ultimi sei mesi di vita. Sara, una delle volontarie più presenti all’oasi rifugio di contrada San Martino, gli aveva comprato anche un passeggino per poterlo trasportare più agevolmente, e lanciato l’appello di aiuto pubblicando una sua foto sul web. Il popolo della Rete si mobilitò per lui, in una gara di commuovente solidarietà, inviando al canile coperte e ogni sorta di generi di conforto. Molto vecchio e sofferente, nonostante le amorevoli cure, Pippo è morto qui nel gennaio del 2021. Ed è qui che le volontarie lo hanno seppellito. In un angolo molto assolato, che lui prediligeva.

 

Il calendario 2023 dell’Appa

Uno dei mesi del calendario 2023 dell’oasi-rifugio di Appignano

“Crocchette Day” allo Yuki Club di Ascoli

 

 


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