Lutto nel mondo della cultura
Addio a Paolo de Bernardin

SAN BENEDETTO - Giornalista, direttore artistico, mente vivida e una passione viscerale per la musica, era malato da tempo. Nativo di Cupra, aveva lavorato in Rai per oltre trent'anni. Per lui un saluto laico domani 9 giugno alle 10
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Paolo De Bernardin

Una grande perdita per il giornalismo musicale italiano, e non solo. Nella notte di giovedì 7 giugno se ne è andato Paolo de Bernardin, classe 1948, nativo di Cupra Marittima, disk jockey, redattore, ideatore di festival mente vivida e una passione viscerale per la buona musica. Era malato da tempo, tanto che al momento del decesso era ricoverato all’ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto, dove è stata allestita la camera ardente. Paolo verrà salutato in maniera laica sabato 9 giugno alle 10 a Cupra. Il corpo di de Bernardin verrà cremato.
La sua storia lavorativa va di pari passo con la cultura e musica dal vivo. Aveva iniziato come deejay negli anni settanta, poi il giornalismo, le collaborazioni con tante riviste di settore (cofondatore di “Rockstar”, di cui è redattore capo fino al 1994), anche nel gruppo Espresso/La Repubblica. Dal 1995 al 1999 è stato l’ideatore e direttore artistico del festival “Radici” di San Benedetto, stesso ruolo per “Mare Aperto” negli anni duemila e sempre nella città rivierasca. Ha lavorato per molto tempo in Rai (dal 1978 al 2011), impegnato in vari programmi di tutte e tre le reti radiofoniche (tra cui cult come “Stereonotte” e “Il cammello”) e della tv, tra cui pezzi di storia come “Discoring”. Aveva vissuto a Roma, ma da una decina d’anni era tornato nelle Marche, precisamente a Massignano.
Uno come lui mancherà, di sicuro, così come manca un’epoca d’oro della stagione culturale italiana.

 


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