Da sinistra Abramo Levato e Sauro Longhi
di Renato Pierantozzi
Tredici imprese della “Carbon valley” a cavallo tra Marche e Abruzzo si mettono in rete e dietro al big “Hp” (ormai primo produttore nazionale a meno di dieci anni dalla nascita) sta crescendo una filiera molto vivace. «Il polo -annuncia il direttore generale di Hp, Abramo Levato– ha un volume di affari di 90 milioni di euro con un a quota di export del 38% e 719 addetti. Ne fanno parte Meccanica H7, NanoTecch, Ho, Alci, Om4, Adriatech, Comec, CarbonMind, Cadland, 2D1M, Carrozzeria Vellei, Centrolab, Ecodime Italia». L0 scopo della “rete” è quello di intercettare nuovi finanziamenti a livello nazionale e comunitario a partire dalla “fabbrica intelligente”, la formazione e la ricerca di personale specializzato che sta diventando un…problema per il settore in grande espansione. A livello globale, infatti, tra aerospace ed automotive da qui al 2022 si stimano tassi di crescita a doppia cifra per quasi 15 miliardi di materiali compositi in carbonio. Proprio sul tema della formazione, grazie alla partnership con l’Università Politecnica delle Marche sono pronti per partire due importanti iniziative formative. «Ad ottobre alla sede di San Benedetto -annuncia il rettore Sauro Longhi– partirà il corso di perfezionamento in ingegneria dei materiali compositi aperto anche ai diplomati come uditori. Mentre nel corso magistrale in ingegneria meccanica sarà previsto un insegnamento in “Tecnologia e sistemi di lavorazione per manufatti in composito”. Il Piceno sta dando segnali di risveglio sia per la nuova imprenditorialità come evidenziano i dati sulle start up sia per un generale cambio di passo. Sono sempre convinto che il futuro sia fatto dalla conoscenza in grado di diventare impresa e conoscenza»
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