Il Primo Maggio dei sindacati tra referendum, sicurezza sul lavoro e «coraggio per costruire il futuro»

LE INIZIATIVE, i dati e le richieste di Cgil, Cils e Uil per garantire lavoro e lavoratori in occasione della loro festa. Ad Ascoli manifestazioni oggi e sabato 3 maggio
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di redazione CP

 

Il Primo Maggio dei sindacati, dalla Cgil che scommette sui quattro referendum «per dare dignità al lavoro», alla Cisl che chiede «coraggio per costruire il futuro». La Uil, invece, in occasione della giornata sulla sicurezza sul Lavoro, ha incontrato i prefetti Giornata Sicurezza Lavoro: «Migliorare azioni su prevenzione e amianto».

Partiamo dalla Cgil. Varie iniziative, in cui sarà presente il sindacato, sono state  organizzate nelle Marche per celebrare il Primo Maggio. Ad Ascoli, il sindacato «rilancia con forza il proprio impegno irrinunciabile a difesa dei principi fondamentali della Costituzione, dall’antifascismo alla democrazia, dal lavoro e alle libertà. Valori che sono il fondamento della nostra Repubblica, ma anche i pilastri irrinunciabili del futuro che vogliamo costruire. 

Il Primo Maggiosi legge in una nota nella quale il sindacalisti annunciano la manifestazione di oggi, alle 16,30 in Piazza  Ventidio Basso e la partecipazione ad un’altra che si terrà sabato 3 maggio (anche l’Anpi ha dato la sua adesione) – non è solo una celebrazione: è una giornata di mobilitazione, memoria e lotta. È il momento in cui la dignità del lavoro torna al centro del dibattito pubblico, come diritto universale e principio fondante della nostra Costituzione, nata dalla Resistenza e dall’antifascismo. Il lavoro è il fondamento della nostra democrazia. Senza diritti nei luoghi di lavoro, senza libertà sindacali, senza giustizia sociale, la libertà stessa perde di significato.

È fondamentale – conclude la nota sindacale – che tutte le forze democratiche e sociali si uniscano per presidiare i valori di antifascismo, libertà e uguaglianza, contrastando ogni forma di intolleranza , anche a livello territoriale, superando protagonismi e costruendo un presidio permanente nel nostro territorio. Non c’è democrazia senza giustizia sociale. Non c’è libertà senza lavoro. Non c’è futuro senza antifascismo».

Giuseppe-Santarelli

«Il Primo Maggio è l’occasione per ricordare il contributo di lavoratori e lavoratrici allo sviluppo economico e sociale del Paese – dichiara Giuseppe Santarelli, segretario generale Cgil Marche -. Troppo poco si parla di lavoro e delle condizioni materiali  dei lavoratori”. Secondo Santarelli, “in questi ultimi anni, si è assistito ad una costante riduzione dei diritti. I 4 referendum proposti dalla Cgil restituiscono la possibilità a milioni di persone di agire per cambiare direttamente le leggi in materia. In venti anni – conclude il segretario generale Cgil Marche – nelle Marche si sono persi 14 punti percentuali di lavoro a tempo pieno e indeterminato e cioè quello necessario per consentire una vita dignitosa. Combattere la precarietà sul lavoro e chiedere più tutela per la sicurezza è l’obiettivo primario su cui la Cgil sarà particolarmente impegnata in questi mesi. Chiediamo a tutti i cittadini di partecipare al voto: la democrazia è la base per una vita libera». 

Marco Ferracuti, Segretario generale della Cisl Marche

E’ il turno della Cisl: «Il Primo Maggio non può essere solo una ricorrenza. Deve diventare il punto di ripartenza per affrontare con decisione i nodi irrisolti del lavoro, a partire da sicurezza e salari» rilancia Marco Ferracuti, segretario generale della Cisl Marche, in occasione della Festa dei Lavoratori.
«Un giorno di festa, certo, ma anche una data dal forte richiamo simbolico». E proprio per questo il segretario della Cisl Marche, Ferracuti invita a «non limitarsi alle celebrazioni, ma a guardare con lucidità e responsabilità alle sfide che il lavoro oggi impone. Il 1° maggio non è solo una giornata di festa. È, prima di tutto, un’occasione preziosa di riflessione sui profondi cambiamenti che stanno attraversando il mondo del lavoro».
Un’analisi che si traduce in una proposta concreta: «Oggi più che mai è necessario pensare a un nuovo modello di sviluppo, capace di mettere al centro la persona e non solo gli indicatori economici. Un modello a trazione sociale che non separi il tema della crescita da quello della giustizia e della dignità del lavoro. Mettere la persona al centro significa contrastare con decisione la precarietà e promuovere ambienti di lavoro sani, sicuri e orientati al benessere. Ma significa anche dare protagonismo a lavoratrici e lavoratori, riconoscendo il valore della partecipazione».
E proprio sulla partecipazione la Cisl ha lanciato una proposta di legge a livello nazionale, sostenuta da una raccolta firme che ha coinvolto decine di migliaia di cittadini. «Siamo convinti che la proposta di legge sulla partecipazione, quando diventerà realtà, potrà segnare l’inizio di un nuovo cammino – sottolinea Ferracuti – Un percorso che porterà ad una maggiore condivisione nelle scelte strategiche delle imprese, ad un miglioramento della qualità del lavoro, ad un incremento dei redditi».

I DATI«Ma i dati, soprattutto nelle Marche, sono allarmanti – recita la nota della Cisl Marche – oggi, i salari sono ancora inferiori dell’11% rispetto alla media nazionale: è una distanza che non possiamo più accettare. Non possiamo nemmeno accettare che la sicurezza sul lavoro resti un’emergenza continua. Se il 2024 si era chiuso con un lieve calo delle denunce di infortuni rispetto al 2023, i dati del primo bimestre 2025 segnalano purtroppo un’inversione di tendenza: si passa da 473 a 536 denunce, con un incremento del 13,3%. Ancora più preoccupante è l’aumento delle denunce per malattia professionale, salite a 7.725 nel 2024, con una crescita del 14,1% rispetto all’anno precedente. Numeri che raccontano una realtà che va affrontata con interventi strutturali, non con parole di circostanza».   

La segretaria generale della Uil Marche, Claudia Mazzucchelli con il vicario del prefetto di Fermo, Alessandra De Notaristefani di Vastogirardi

La Uil, invece, in occasione della giornata sulla sicurezza sul Lavoro, ha incontrato i prefetti: «Migliorare azioni su prevenzione e amianto».

«Due morti sul lavoro su tre lo scorso anno sono state registrate nei settori delle costruzioni, della metalmeccanica, della logistica e del commercio. Un bilancio tragico che non si arresta, conta su sempre minori investimenti pubblici per fronteggiarlo e si affianca all’incremento costante delle malattie professionali, sintomo di un sistema di prevenzione ancora inadeguato. Malattie professionali come, ad esempio, i mesoteliomi che causano più morti degli stessi infortuni». La Uil Marche ha incontrato i prefetti sul territorio regionale per chiedere ancora una volta alle Istituzioni di rendersi «promotrici di azioni più incisive e condivise per interrompere questa terribile conta che tra l’altro, nella nostra regione, annovera un indice di gravità superiore dello 0,2% rispetto alla media italiana. Le delegazioni di sindacalisti sono state ricevute nelle Prefetture di Pesaro, Ancona, Macerata, Fermo e Ascoli. Nel corso degli incontri sono stati consegnati il Dossier sugli infortuni nelle Marche e il Focus Amianto, realizzati dal Centro Studi e dal Coordinamento Amianto del sindacato».

INFORTUNI E MORTI SUL LAVORO – «Ogni morte sul lavoro è una sconfitta per lo Stato, per le Istituzioni e per tutta la società. Per questo Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di dedicare anche il Primo Maggio 2025 al tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro con lo slogan “Uniti per un lavoro sicuro” – ha detto la segretaria generale della Uil Marche, Claudia MazzucchelliNelle Marche, il trend degli infortuni sul lavoro mostra un miglioramento negli ultimi anni, ma persistono aree di forte criticità.

Tra il 2008 e il 2013 si è registrato un calo significativo del -32,80% degli infortuni denunciati, a fronte di un dato nazionale fermo a -20,60%. Il risultato fu trainato da ingenti investimenti pubblici, fino a 800.000 euro l’anno, e da una stretta collaborazione tra Regione, Inail e altri attori della sicurezza. Successivamente, il miglioramento si è affievolito: tra il 2014-2018 il calo è stato solo del -6,80%, mentre nel 2019-2024 (escludendo gli anni pandemici) si è fermato al -12,80%.

A pesare è stata la scarsità di risorse e l’assenza di una programmazione incisiva, nonostante la presenza di competenze professionali di alto livello. L’indice di frequenza, ovvero il rapporto tra il numero degli infortuni e la popolazione lavorativa rivela che le Marche ha una media regionale ben superiore alla media Italia (+2,18) con i dati più critici nelle province di Ancona (+2,10) e Pesaro Urbino (+1,79). Crescono invece le malattie professionali. Nel 2024 ne sono state denunciate 7.725 (+14,08% rispetto al 2023). Il continuo andamento negativo è il sintomo di una minore attenzione alla prevenzione, che si traduce probabilmente in una carente azione di contrasto delle tecnopatie».

 

AMIANTO – «Probabilmente – denuncia la segretaria Mazzucchelli – la malattia professionale non è percepita, spesso per lunga latenza della patologia, nello stesso modo in cui è vissuto drammaticamente l’infortunio sul lavoro. Per quanto riguarda l’amianto, a oltre trent’anni dalla sua messa al bando, nelle Marche si registrano ogni anno oltre 150 decessi collegati all’esposizione, su circa 4.400 a livello nazionale. La nostra regione risulta tra le più virtuose nel censimento (55% della mappatura nazionale è opera di Piemonte e Marche), ma le attività di bonifica restano estremamente limitate. Manca ancora – prosegue la segretaria Mazzucchelli – il nuovo Piano Regionale Amianto e per questo sollecitiamo un’immediata accelerazione dei lavori. Occorre rafforzare la sorveglianza sanitaria per ex esposti e lavoratori a rischio, oggi ancora insufficiente. Tra le proposte della Uil Marche:  aggiornamento della mappatura dei siti contaminati, incremento dei finanziamenti per le bonifiche, creazione di discariche di prossimità, tracciabilità dell’amianto bonificato, sviluppo di campagne informative, e istituzione di un Comitato Regionale Amianto per monitorare l’attuazione del futuro piano».


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