Nata nel cuore delle aree interne del Piceno, la proposta di legge promossa dall’onorevole Augusto Curti (Pd) sta progressivamente ampliando il proprio orizzonte, proponendosi quale base per una strategia di rilevanza nazionale. L’incontro di Subiaco del 5 maggio, che fa seguito a quelli svolti nelle Marche, segna una tappa significativa verso una risposta organica al declino demografico ed economico dei comuni montani, periferici e ultraperiferici italiani.
«Grazie al supporto del Partito Democratico nazionale il dibattito inizia ad estendersi oltre i confini marchigiani, intercettando l’interesse di amministratori e comunità in tutta la penisola. La legge, infatti, affonda le radici nella mia esperienza presso le aree interne del Piceno, ma l’ambizione è offrire soluzioni per tutti i territori fragili – spiega Curti -. Il sostegno della segreteria nazionale del Pd permette di allargare il confronto in contesti diversificati ma con criticità comuni».
Severo il giudizio sull’operato del Governo, accusato di disattenzione verso le aree marginali.
«Mentre noi elaboriamo proposte concrete, il Governo è ancora alla posizione di partenza: quella degli elettorali – sottolinea il deputato -. I fondi contro lo spopolamento restano irrisori, e manca una visione di sistema per invertire tendenze demografiche allarmanti. Nelle Marche, poi, la giunta regionale è la grande assente in tema di politiche strutturali».
La proposta si basa su misure quali incentivi residenziali, agevolazioni per giovani coppie, recupero del patrimonio abitativo rurale, sostegni all’imprenditoria, rientro dei laureati, salvaguardia dei presidi scolastici e vantaggi fiscali per il personale sanitario nelle zone disagiate.
«La nostra iniziativa pone al centro le necessità delle comunità: abitare, lavorare, curarsi, studiare – afferma Curti -. Offriamo interventi organici, passando oltre le affermazioni di principio e chiedendo a chi governa un impegno serio».
«La marginalizzazione territoriale richiede risposte coordinate. Le specificità locali devono inserirsi in una visione d’insieme che riequilibri lo sviluppo – continua -. La nostra è una proposta sartoriale, cucita su misura per le esigenze dei singoli territori. La campagna di ascolto serve proprio a questo: raccogliere esperienze, criticità, risorse inespresse e restituirle in una norma che si adatti a ciascun contesto. L’approccio unitario è importante per rappresentare una prospettiva comune, ma lo strumento legislativo deve fondarsi sulle specificità».
«Ogni territorio porta esperienze preziose – conclude Curti -. La sfida è tradurre questa diversità in una risposta concreta contro l’abbandono delle aree interne. E non è un caso che questa iniziativa parta dalle Marche, per le quali insieme a Matteo Ricci intendiamo costruire una rinnovata centralità e una dimensione europea».
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