di Luca Capponi
Che la politica sia un teatrino, nell’anno di grazia 2025, sembra ormai cosa quasi certa. Ma in tempo di elezioni, il teatrino spesso diventa dell’assurdo o giù di lì. Prendiamo un esempio tra i tantissimi. La Lega e Forza Italia, che ultimamente si stanno scambiando le pedine come due tennisti consumati. Uno passa di là, un altro passa di qua. Più che tennis, rimpiattino.
Acciarri di qua. Maravalli di là, De Vecchis pure. Giusto per citarne tre (leggi qui). Ultimo, Pasqualino Piunti. Indovinate che fa? Ah sì, passa da Forza Italia alla Lega. Quindi, di là.
A questo punto, alzi la mano chi ci capisce qualcosa. Sarà l’aria delle regionali, frizzantina come poche, sarà la voglia di trovare il proprio spazio nel mondo. Fatto sta che l’ex sindaco di San Benedetto ed ex vicepresidente della Provincia ha annunciato la sua fuoriuscita dagli azzurri alla chetichella, il che in tempi di comunicati stampa ogni tre per due, WhatsApp, social e chi più ne ha più ne metta, sicuramente fa un po’ specie.
Insomma, tra spaccature praticamente ovunque, sia nel centrodestra che nel centrosinistra, tra mal di pancia, accuse, divisioni, lotte territoriali, fughe e robe varie, l’adagio, anzi gli adagi, restano più o meno gli stessi: un posto come candidato, ovunque sia, e il consenso numerico, a qualunque costo. La politica, ed il suo avanspettacolo, scarnificati al massimo, sembrano limitarsi a questo.
Per il prossimo scontro di settembre che mette in palio la guida della Regione Marche, e che vedrà duellare Francesco Acquaroli (Fratelli d’Italia, governatore uscente) e l’europarlamentare Pd Matteo Ricci, dunque, non resta che una cosa: prendere i popcorn e godersi lo spettacolo. Con buona pace per chi ci crede.
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