Massimo Valentini
di Massimo Valentini *
«Le sfide che le Marche devono affrontare nei prossimi anni sono alquanto complesse. È necessario, pertanto, avere una visione di sviluppo territoriale adeguata a tali sfide, una visione che trova nella sostenibilità la descrizione più idonea in quanto tiene insieme il fattore ambientale, sociale e di governance.
Certamente per la costa il fattore ambientale ha un peso importante per lo stress provocato da una serie di scelte in campo infrastrutturale, fatte in passato, che hanno concentrato tutte le vie di comunicazione primarie e quindi lo sviluppo a ridosso dei centri costieri.
Per le aree interne invece la questione sociale ha una dominanza in quanto l’abbandono di tali aree sta provocando un’insostenibilità della vita sociale. Un’altra grande sfida riguarda la crisi del vecchio modello delle Pmi marchigiane e della cultura imprenditoriale del passato, è in atto una inevitabile transizione a nuovi modelli gestionali ove l’innovazione è il fattore determinante per mantenere una competitività.
Un altro elemento critico riguarda la costante perdita di capitale umano ove l’investimento educativo e formativo nelle giovani generazioni non trova sbocco nei luoghi del lavoro della regione. Non si può poi non guardare alla crisi del modello del welfare universalistico che sempre più dovrà confrontarsi con dinamiche che mettono in discussione la sua sussistenza. Si apre pertanto una serie di fronti che la politica regionale deve affrontare con una visione di sviluppo sostenibile.
Per tutte le sfide sopra evidenziate la questione infrastrutturale ha sicuramente un’importanza fondamentale e richiede una chiara evidenza delle priorità, è tutto importante, ma alcune opere hanno un’assoluta priorità per lo sviluppo della regione. La realizzazione di una nuova linea ferroviaria arretrata per AV/AC, lasciando l’attuale linea per il collegamento regionale all’hub intermodale di Ancona, fa parte di queste priorità, come pure la definizione e realizzazione di questo hub intermodale di Ancona è strategico per tutte le Marche.
Per la riconnessione delle aree interne e la salvaguardia ambientale della costa fa parte delle priorità anche la realizzazione della bretella autostradale arretrata da Porto Sant’Elpidio a Mosciano/Teramo invece della terza corsia o del mini-arretramento di un senso marcia che appare insostenibile sotto diversi punti di vista. Così pure è importante il completamento della Pedemontana. Assumerà rilevanza nelle politiche regionali il sostegno alla transizione dei modelli gestionali delle Pmi basati sull’innovazione che non potrà essere assistenziale, ma selettivo rispetto alla propensione a tali innovazioni, così pure saranno importanti le politiche per trattenere o far rientrare laureati nelle imprese della regione.
La sfida della crisi progressiva del modello universalistico del welfare e quindi anche della sanità implica una disponibilità a realizzare un nuovo modello di gestione della salute, ove andranno riequilibrate competenze statali e regionali, ove occorrerà abbandonare l’idea di perseguire le centralizzazioni ospedaliere a scapito della medicina del territorio o l’idea di creare efficienze solo con la razionalizzazione delle spese. In questo campo sarà determinante, come per tutti gli altri settori sopra citati, l’assetto della governance che gestirà queste politiche.
A tal proposito occorre prendere atto del fallimento della governance ove si pratica una autoreferenzialità della politica fondata sul consociativismo che abbiamo visto sia nel passato che nel presente. Nei fatti si osserva che tale modello provoca un crescente distacco tra cittadini e politica, tra le basi e i vertici degli organi di rappresentanza, nonché l’inevitabile affermarsi di posizioni di rendita che non concorrono alla efficiente allocazione delle risorse pubbliche.
In regione invece stanno emergendo nuovi ed interessanti fenomeni di partecipazione che, avvalendosi di quanto previsto dalle normative nazionali vigenti, propongono le forme di un’amministrazione condivisa con i soggetti del Terzo Settore in cui co-programmazione e co-progettazione, partecipazione all’istituto del Dibattito Pubblico, sono la nuova frontiera di una governance trasparente e partecipata, necessaria per raccogliere le grandi sfide che la nostra regione deve affrontare».
* Presidente Fondazione San Giacomo della Marca
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati