Niente “sconto” alla squalifica di Tomei, Gori: «Voglio essere un leader di questo Ascoli»

CALCIO - La corte d'Appello della Figc ha respinto il ricorso presentato dal club contro le sette giornate di stop inflitte al tecnico. L'attaccante fresco di primo gol in bianconero: «Giocare contro di noi è complicato». Gli Ultras: «C'è un attacco frontale del sistema a tifosi, città e società»
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di Salvatore Mastropietro

 

Niente da fare per mister Francesco Tomei: nell’udienza odierna relativa al ricorso presentato dall’Ascoli Calcio avverso la sanzione della squalifica per 7 giornate effettive di gara inflitta al proprio allenatore a seguito dell’espulsione comminata in Ascoli-Juventus Next Gen del 6 settembre, la Corte Sportiva d’Appello ha respinto il reclamo, confermando di fatto il lungo stop. Il tecnico abruzzese, che ha già scontato il primo turno di squalifica in occasione di Perugia-Ascoli, rientrerà in panchina, dunque, soltanto per Ascoli-Sambenedettese del 26 ottobre.

 

Francesco Tomei

Nel frattempo, il lavoro sul campo agli ordini di Tomei prosegue. Nel mirino c’è il prossimo match di campionato, in programma sabato alle ore 15 sul campo del Livorno. A margine dell’allenamento odierno si è tenuta la consueta conferenza stampa settimanale, che ha stavolta coinvolto Gabriele Gori, fresco del primo gol in maglia bianconera.

 

«Il Direttore – ha esordito il nuovo attaccante bianconero – mi ha voluto fortemente da inizio mercato, anche le cose belle tante volte bisogna aspettarle… Questo mi ha lusingato, Ascoli mi è sempre piaciuta come piazza e per calore. Porto qui entusiasmo e esperienza e un apporto morale ed etico. Siamo un gruppo giovane, ma con i più grandi ci siamo detti di imporci e aiutare tutti a creare un qualcosa di unico. Mi sto trovando bene, Ascoli è una bella città e possiamo lavorare con strutture da Serie A. Facciamo un tipo di gioco molto dispendioso per gli altri».

 

Gabriele Gori (foto Ascoli Calcio)

Sul rapporto con i compagni di reparto Corazza e Chakir: «La sana competizione fa sempre bene, siamo un bel gruppo e abbiamo tutti uno stesso obiettivo. Potremmo anche giocare insieme e ci faremo trovare pronti per qualsiasi situazione. Gli attaccanti vivono per il gol, ma a me piace anche rifinire e mettersi a disposizione della squadra. Noi siamo anche i primi difensori della squadra. I margini di miglioramento sono davvero tanti, a livello personale e anche di squadra. Il mio obiettivo? Spero di superare qualsiasi limite, quest’anno voglio trascinare i più giovani a livello di leadership».

 

Sulla partita di Livorno e sulla prestazione di Perugia: «Conosco bene il pubblico, sarò un ex. Sono felice che siano tornati in Serie C, ma noi cercheremo di imporci. Sono in difficoltà ultimamente, ma non bisogna sottovalutare nessuno, soprattutto grandi piazze come Livorno. A Perugia avremmo potuto fare gol già nel primo tempo e su questo dobbiamo migliorare, racconto un aneddoto: ho parlato con un amico che gioca lì e mi ha detto che giocare contro di noi è complicato, è bello sentirselo dire da un collega. Segnare davanti a 1000 tifosi è stato emozionante, a loro prometto che darò sempre il massimo come ho sempre fatto».

 

Chiosa sulle avversarie, in particolare l’Arezzo capolista: «Credo che l’Arezzo sia un’ottima squadra, li rispetto molto ma noi dobbiamo pensare a noi stessi. Non dobbiamo guardare la classifica in questo momento, bisogna giocare partita per partita e migliorare a livello di squadra e a livello individuale. Il resto verrà da sé».

 

Bernardino Passeri e i suoi collaboratori sotto il settore ospiti nel post partita di Perugia-Ascoli

TIFOSI – Ha fatto parecchio discutere quanto contenuto nel comunicato pubblicato ieri dal Giudice Sportivo, che ha posto la Curva Nord dello Stadio “Del Duca” a rischio chiusura per «cori di propaganda ideologica non consentita» uditi dagli ispettori federali in occasione di Perugia-Ascoli.

 

Tra chi reputa ingiusta e soprattutto poco congrua la sanzione e chi, invece, pensa che occorrerebbe evitare determinati cori poco confacenti ad uno stadio di calcio, è oggi intervenuto con un comunicato social il popolare gruppo organizzato degli Ultras 1898, che ha posto l’accento – tra le altre cose – anche sugli ennesimi ritardi nella vendita dei biglietti per le trasferte (stavolta Livorno-Ascoli, per cui si attende ancora la pronuncia del G.O.S.: «È in atto un attacco frontale all’ambiente Ascoli: squadra, tifoseria, città. Il nostro Allenatore squalificato per 9 (7+2) giornate come se fosse un delinquente. Settori ospiti ridotti al minimo, come a Terni, comunicati all’ultimo secondo. Curva squalificata e sospesa per cori “troppo ideologici”. Multati per cori contro avversari inesistenti. Orari assurdi per il derby di Coppa.

E ora la vergogna di Livorno – si legge-: il GOS che si muove con calma da funerale, forse giovedì, mentre i biglietti scadono venerdì alle 19. Una trasferta non si improvvisa in 24 ore. Non si tengono i mezzi sospesi per poi farli saltare all’ultimo. È questo il rispetto di quelli che vogliono le famiglie allo stadio? È l’ennesima manovra studiata per mettere i bastoni tra le ruote all’Ascoli e alla sua tifoseria, percepiti come “nemici”. Prefetti e questori che non hanno mai respirato la polvere di uno stadio, mai viaggiato su un pulmino, decidono come, quando e se il popolo bianconero può muoversi senza che nessuno dica una parola. Senza che nessuno risponda del proprio lavoro.
È chiaro – continuano gli Ultras rivolgendosi anche alla società bianconera -: il Sistema ha messo l’Ascoli nel mirino. Senza il supporto della sua gente, la squadra viene penalizzata e il campionato è falsato. Squadra colpita, tifoseria repressa, città umiliata. Alla Società, sempre attenta alle esigenze dei suoi tifosi, chiediamo una presa di posizione dura, forte, netta. Difendete la squadra e la sua gente, perché qui stanno provando a cancellare tutto quello che rappresentiamo. Se il Sistema continuerà a calpestarci, siamo pronti a rispondere con azioni forti, visibili, eclatanti, al di fuori delle regole imposte. Non siamo più disposti solo a subire».


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