di Pier Paolo Flammini
Ottavio Palladini
Sarà un vero test, la sfida in Sardegna contro la Torres. Un po’ come era stata presentata la partita contro il Carpi. Scaramanzia a parte, la nuova Samb di Palladini si misurerà con una formazione in crisi di risultati ma che proviene da due campionato di vertice. Nell’ultimo turno la sconfitta in casa contro l’Ascoli è arrivata su un gol-invenzione di Chakir: per il resto l’incontro non è stato bello, con gioco spezzettato.
Insomma, l’opposto di quel che è avvenuto con la Juve Next Gen, probabilmente: quella torinese è una formazione giovane che punta più a sviluppare ottime trame di gioco che a speculare. La Torres in crisi disputerà la seconda partita casalinga consecutiva con l’obiettivo di far punti per uscire pian piano dalla zona pericolante, del tutto inattesa alla vigilia del campionato. Si può ipotizzare una partita molto simile a quella persa con l’Ascoli, per certi versi somigliante a quella vinta dalla Samb a Perugia. Una sfida spigolosa e poco spettacolare, propria da Serie C. Poi il calcio è fatto a posta per stupire e smentire le previsioni.
La Samb potrebbe recuperare Dalmazzi in difesa, da valutare le condizioni di Napolitano e Martins. Da valutare anche i cambi di moduli decisi da Palladini: il 4-3-3 ha dato più stabilità alla squadra ma non è passato inosservato il passaggio al 3-5-2 (poi 5-3-2) a partita in corso pur se, come ha detto lo stesso Palladini, è stato provato poco la scorsa settimana caratterizzata dal turno infrasettimanale.
Ma quel 3-5-2, conoscendo Palladini (che lo applicò nella sua prima esperienza in Serie D con la Samb) non è una casualità. Con il 4-3-3 la Samb ha risolto almeno per ora i due problemi tattici di inizio campionato, ovvero la difficoltà di Nouahn Touré come sottopunta (molto meglio esterno sinistro, specie contro la Juve Ng) e la difficoltà di trovare un esterno sinistro.
Resta il problema dei troppi gol presi: 8 in 7 partite non sono un numero gradito dall’allenatore sambenedettese, e, scorrendo la classifica, la Samb è tra le squadre che ne ha subiti di più nel gruppo di testa, Juve Ng esclusa. Il 3-5-2 consente di dare una posizione ideale sia a Zoboletti (che non è un terzino destro, ma si adatta giocoforza: è un centrale e ancor meglio un centrale di una difesa a tre) che a Tosi, un terzino sinistro che deve migliorare nella fase di contenimento, e non potrebbe essere altrimenti per un giovane debuttante in prima squadra. Tosi quinto sinistro di centrocampo sarebbe esentato da una parte dei compiti difensivi e potrebbe invece spingere al meglio sfruttando il suo spunto e la buona capacità al cross.
Entrambi sono due giovani che garantiscono, insieme a Orsini, il “minutaggio” pagato dalla Lega, e questo è importante. Altrimenti col rientro di Dalmazzi uno tra Zini e Pezzola dovrebbe accomodarsi in panchina, oppure andrebbe sacrificato uno tra Nouhan o Alfieri per Marranzino o Bongelli.
Col 3-5-2 invece Zini resterebbe esterno, ma stavolta di centrocampo e non più terzino: il difensore toscano sarebbe anche lui alleggerito dalla marcatura sul primo attaccante (come sul secondo gol subito dalla Juve) ma a quel punto potrebbe dare il suo apporto prorompente in fase di spinta offensiva. Ne risentirebbe? A nostro parere no, anche se non lo abbiamo mai visto giocare più avanzato, dunque c’è il beneficio del dubbio. L’idea è che uno Zini in quel modo si possa trasformare in uno Spinazzola sulla fascia destra, fatte le debite proporzioni.
Il problema semmai è il settore offensivo, perché sia Konate che Nouhan (e Martins?) sembrano trovarsi meglio come esterni, anche se Palladini ha già impiegato entrambi come seconda punta. Certo è che sia Sbaffo che Iaiunese non sono esterni d’attacco, così come Eusepi…
Suggestioni, ma non ci stupiremmo nel vedere emergere questo percorso in maniera progressiva.
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