di Filippo Ferretti
La sua affermazione alle urne non era scontata, soprattutto in un momento in cui la Lega non sta godendo di ottima salute, anche nelle Marche. Andrea Antonini, assessore uscente all’Agricoltura e con altre 22 deleghe, alle recenti elezioni regionali ha ottenuto un confortante successo personale, permettendo ad Ascoli di ottenere un quarto seggio, oltre ai due di Fratelli d’Italia, con Francesca Pantaloni e Andrea Cardilli, poi con Enrico Piergallini del Partito Democratico.
Andrea Maria Antonini
Un risultato che arriva dopo un periodo in cui Fratelli d’Italia aveva accompagnato ovunque i suoi candidati, forte dell’onda salutare che sta cavalcando. «Sono ovviamente molto soddisfatto dell’esito ma, al di là di cotanta affettuosità e amicizia da me ricevuta, per cui ringrazio, spero davvero che il consenso nei miei riguardi fondi le sue basi nel lavoro che ho svolto» esordisce Antonini, forte delle 2.822 preferenze, sperando che i suoi due anni in consiglio e i tre anni nell’assessorato possano aver indotto chi lo ha votato a pensare di essere ancora utile al territorio e di poter proseguire nel suo mandato.
«Sulla qualità di quel che ho fatto non sta a me giudicare ma posso affermare che come presenza, impegno, studio, più di questo non avrei potuto dare: tra l’altro io non sono mai scappato nei momenti di difficoltà» confessa, sperando come assessore uscente di poter rappresentare il segno della continuità in giunta.
«Il dato politico importante è che Ascoli sia l’unica provincia delle Marche in cui la Lega non è stata superata da Forza Italia: un risultato ottenuto spero anche grazie al mio lavoro per il territorio in tutti questi anni, grazie alla mia presenza, alla mia coerenza» prosegue l’assessore uscente, negli ultimi tempi dimostratosi sempre più contrariato nei confronti di chi in politica si muove per convenienza.
«Cambiare idea e farlo in buona fede, con convinzione, appartiene alle persone intelligenti ma sicuro non vedere individui muoversi per puro interesse personale» spiega Antonini, certo che invece ci sia bisogno di rappresentanti seri, coerenti, al servizio della gente, che esistono ancora e che devono aiutare ad avvicinare i giovani e non a farli scappare. «Utilitarismi, intrighi, litigi tra chi rappresenta i partiti: tutto questo l’elettorato non vuole vederlo, mentre a dare il buon esempio dovrebbe essere chi, invece, si muove con passione e serietà verso quello che fa» conclude, ritenendo che la poca verità e sincerità, gli opportunismi contribuiscano ad allontanare sempre più le persone dal voto.
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